venerdì 18 aprile 2008

Nuove tensioni tra Ecuador e Colombia

Le tensioni tra il governo colombiano ed ecuadoriano sono diminuite ma non state del tutto appianate. Il motivo per il quale le tensioni non sono scomparse totalmente si può riassumere nella ambigua risoluzione che l'Organizzazione degli Stati Americani (Oea) ha emosso dopo la richiesta effettuata da Correa (presidente del Ecuador). La risoluzione condanna l'operazione colombiana che ha violato la sovranità territoriale dell'Ecuador, ma ne giustifica il fine e cioè la lotta al terrorismo; giustificandone il fine il presidente Correa ritiene che l'Oea abbia lasciato spazio, in futuro, ad altre incursioni militari nel proprio stato e non solo.

Nell'attacco che l'esercito di Bogotà ha effettuato in territorio del Ecuador sono morti 27 guerrillieri delle FARC ma anche un giovane ecuadoriano e tre giovani messicani oltre al ferimento di una ragazza anch'essa messicana.
I servizi segreti colombiani aiutati da quelli statunitensi affermano, senza aver prodotto una prova, che i quattro giovani morti e la ragazza ferita appartenessero alle FARC, oltre a questo il governo di Bogotà ha più volte insinuato che "l'Ecuador approva l'uso della violenza da parte delle Farc".

Il governo ecuadoriano sosterrà, secondo le dichiarazioni del presidente Correa, il padre di Franklin Aisalia Molina "nella ricerca dei risarcimenti cui ha diritto, così come per le spiegazioni che il governo colombiano dovrà dare sulle circostanze della morte", aumenterà l'impegno per impedirne l'ingresso nel proprio territorio a guerriglieri e pretende che siano provate le accuse contro il giovane Molina.

La risoluzione dell'Organizzazione degli Stati Americani non si dovrebbe far attendere per poter capire meglio la linea politica dell'organizzazione dato che per adesso si è mantenuta in un pericoloso bilico per cercare di non scontentare nessuno.
Il momento di scegliere una linea è arrivato ed è necessario condannare chi ha ordinato il massacro, commesso dal esercito colombiano in Ecuador, per mettere a tacere ogni nuovo focolare di tensione e per non creare precedenti che autorizzino altri attacchi indiscriminati.

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