sabato 18 aprile 2009

Il Perù svende l'Amazzonia

Il governo del Perù da alcuni anni ha diviso il paese in lotti per poter “regolamentare” la concessione delle esplorazioni del sottosuolo. A fine marzo il governo ha concesso altri dodici lotti, che sono localizzati nella foresta Amazzonica, ad alcune compagnie petrolifere (Perenco, Repsol-YPF, Petrolifera, Pluspetrol e Petrobras ) tramite la società Perupetro.
In queste aree le concessionarie sperano di individuare nuovi giacimenti di petrolio o di gas naturale.

Il fatto principale è che il Perù ha ormai concesso il diritto di esplorazione e estrazione a molte multinazionali su circa il 78% della foresta Amazzonica. Molte zone della foresta sono abitate da popolazioni che non sono mai entrate in contatto con altre civiltà ed un “incontro” con nuove civiltà potrebbe portarli all'estinzione; per questo il Survival International (associazione no profit che si batte per il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni) ha esortato con vigore il governo ad escludere le terre in cui vivono le popolazioni isolate perché “Per gli Indiani che abitano in quelle terre, le conseguenze sarebbero catastrofiche”.

La risposta della Perupetro è stata assurda, prima hanno negato l'esistenza di popolazioni isolate e poi, solo dopo molte pressioni da parte della Survival International, hanno promesso che si metteranno in contatto con gli indigeni per consultarli sulle esplorazioni del sottosuolo.
Se le concessioni verranno ufficializzate e rese esecutive (sembra che il governo peruviano non voglia tornare sui suoi passi) lo stato del Perù infrangerà la Dichiarazione sui Popoli Indigeni delle Nazioni Unite.

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