venerdì 25 settembre 2009

Il golpe in Honduras/7

Le elezioni presidenziali del 29 novembre 2009 che si terranno in Honduras dopo il golpe del 28 giugno non verranno riconosciute dall'OEA secondo il presidente deposto Zelaya che ha avuto un colloquio con il segretario generale dell'Oea, Miguel Insulzache, affermando:"I paese aderenti hanno manifestato l'intenzione di non riconoscere le elezioni del prossimo 29 novembre".

I paesi che fanno parte dell'OEA sarebbero pronti ad adottare nuove e più pesanti sanzioni economiche contro il governo golpista guidato da Roberto Micheletti.

Oltre alle sanzioni economiche vi sono anche le sanzioni diplomatiche che cercano di isolare il governo golpista; il ministro della difesa argentino, Nilda Garré, ha depennato l'Honduras dalla lista dei paesi invitati a alla conferenza degli eserciti americani che si terrà a fine ottobre del 2009.

La cancellazione del l'invito è da imputare al fatto che i militari dell'Honduras sono state protagoniste del colpo di Stato contro il presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya. Con questa decisione il Governo della Presidenta Cristina Kirchner dà seguito con fatti concreti alla solidarietà espressa dalla deposizione del legittimo presidente Zelaya.

La situazione in Honduras sembra non migliorare; la confusione sembra aumentare, secondo alcune voci che provengono da Tegucigalpa, alcuni testimoni hanno riferito che "la polizia ha usato lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti pro Zelaya che voleva avvicinarsi al palazzo presidenziale. La tensione sta aumentando ad ogni manifestazione contro il governo golpista". Secondo alcune ONG sembra che l'esercito e la polizia abbiano represso violentemente a San Pedro Sula una manifestazione contro il regime.

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