lunedì 27 settembre 2010

Indio colombiani in pericolo

Un rapporto del Alto Commissariato delle Nazioni Unite (del Unhcr) per i rifugiati denuncia che ci sono almeno 34 comunità di indio in Colombia che rischiano l'estinzione.
La loro scomparsa è dettata dalla violenza che ormai impera nelle terre da loro abitate, gli scontri tra esercito e FARC o i paramilitari assoldati dai grandi latifondisti che obbligano le popolazioni ad abbandonare vaste aree per poi appropriarsene.
Questa situazione ha portato nel 2009 ad un aumento degli atti intimidatori che hanno lasciato sul campo circa 50 uomini delle popolazioni Awa e Nunak.

La violenta situazione colombiana ha prodotto fino ad oggi un numero di desplazados, rifugiati interni, pari al 10% dell'intera popolazione che è di circa 47 milioni (il 2% sono indios) e di questi 4,7 milioni circa il 15% sono indios.
Il neo presidente Juan Manuel Santos ha ereditato anche il problema dei desplazados e dovrà tentare di risolverla il prima possibile prima che molte culture Native scompaiano.

mercoledì 22 settembre 2010

Cile: la riforma della Ley Antiterrorista

Il governo del Cile ha deciso, finalmente, di rivedere la Ley Antiterrorista grazie allo sciopero della fame intrapreso, dal 12 luglio 2010, da trentadue attivisti Mapuche (Il Cile verso il passato), che sono ancora incarcerati, ma anche grazie all'accorato appello dei trentatrè minatori cileni, bloccati nel nella miniera San José a Copiapó.

Gli attivisti Mapuche sono in carcere a causa degli scontri avvenuti nella Regione di Araucania, militarizzata dal Governo nel 2009, dove gli indio combattono per il riconoscimento delle loro terre ancestrali.
I minatori, loro malgrado, sono diventati famosi per la situazione in cui si trovano e grazie a questo le loro lettere hanno avuto un ampio eco mediatico. In una di queste lettere i minatori (alcuni dei quali sono di origine Mapuche, Quechua e Aymarà), dichiaravano la loro massima solidarietà con i prigionieri indio che lottano per i loro diritti richiedendo esplicitamente al governo di “liberare i Mapuche, che da 41 giorni sono in sciopero della fame", inoltre contestavano fermamente le esternazioni del Presidente cileno invitandolo a "stare zitto!".

La Ley Antiterrorista è un'eredità di Pinochetche è servita durante gli anni della dittatura (1973 – 1990) a perseguire gli oppositori del regime; ma nei venti anni in cui il centro-sinistra ha governato non è mai stata modificata ed anzi è stata usata per perseguire alcuni crimini ed anche gli indio. E questo nonostante più volte le Nazioni Unite l'abbiano criticata perché discriminante.
Il ministro degli interni Rodrigo Hinzpeter ha dichiarato: "Il Governo è disposto a rivedere il nostro ordinamento giuridico. Il progetto di legge tende a riformare e limitare l'applicazione della giustizia militare nel nostro paese. A abbiamo un sistema in cui la legge militare scatta molto più spesso rispetto ad altri sistemi democratici. E una riforma del genere era già presente nel nostro programma di governo. La invieremo alle Camere con la massima urgenza"

Adesso attendiamo la riforma di questa legge che da quasi quaranta anni i governi cileni usano contro il popolo e non per proteggere il popolo stesso.

giovedì 16 settembre 2010

Il Plan Condor in Uruguay

Macarena Gelman è una cittadina uruguaiana che nel 2000, all'età di 23 anni, ha scoperto la vera identità dei suoi genitori: desaparecidos uruguaiani uccisi in Argentina ed è riuscita a ricongiungersi con suo nonno, il poeta Juan Gelman. Macarena è nata nell'ospedale militare di Montevideo e adottata appena dopo la morte della madre, Maria Claudia Garcia, che fu sequestrata quando ancora era incinta e uccisa dopo il parto.

Macarena è stata convocata il 5 agosto 2010 dal tribunale di Buenos Aires per testimoniare nel processo per i crimini contro l'umanità commessi dal 1976 al 1983 nel Oficina Orletti dove furono uccisi i suoi genitori.
M;carena ha deciso di ricorrere alla Corte Internazionale per i Diritti Umani perché il procedimento giudiziario che riguarda la scomparsa di sua madre è stato archiviato nel 2005 dalla Corte di Appello di Montevideo.

La Oficina Orletti era una vera officina per auto che serviva agli agenti del Plan Condor per coprire le loro nefandezze. Il forte rombo dei motori copriva le urla dei detenuti che venivano torturati con scariche elettriche oppure venivano legati e appesi per ore per gli arti; se tutto ciò non riusciva ad estorcere una confessione i prigionieri venivano brutalmente picchiati fino a subire anche l'annegamento simulato.
Dopo venticinque anni dalla fine della dittatura in Uruguay si processano gli autori uruguaiani dei crimini contro l'umanità anche se in Argentina, e non nel loro paese, a causa della ley de caducidad che garantisce l'impunita per i reati commessi nel periodo della dittatura militare. Questa legge fu approvata nel 1986 ed è stata dichiarata incostituzionale dal governo, dal parlamento e dalla Corte Suprema ma due referendum, uno dei quali si è svolto il 21 ottobre del 2009, ne hanno bocciato l'abrogazione.

Questo processo ha scatenato in Uruguay un dibattito sulla modifica costituzionale che potrebbe modificare l'articolo 85 della Costituzione aggiungendo la possibilità di seguire la normativa del diritto internazionale anche se in palese conflitto con la ley de caducidad.

Speriamo che per la ley de caducidad sia giunto il momento dell'abrogazione.

domenica 12 settembre 2010

Autobomba a Bogotà

Il 12 agosto 2010 è esplosa a Bogotà un autobomba, una vecchia Swift del 1984 imbottita di circa 50 kg di esplosivo al plastico, davanti alla sede di Caracol Radio causando dieci feriti.
Le reazioni politiche sono state immediate ed il neo presidente Juan Manuel Santos ha subito dichiarato: "E' un codardo atto terrorista. Vogliono solo spaventare, ma non ci riusciranno. Non possiamo abbassare la guardia sulla sicurezza democratica. Ma non riusciranno a intimidirci. Non cadremo nella trappola. Continueremo con la nostra vita normale"

L'attentato non è stato rivendicato ma per gli inquirenti i responsabili sono le FARC che da più di 50 anni combattono contro lo stato colombiano. La versione delle forze dell'ordine però non convince molti analisti che invece credano sia un avvertimento diretto al nuovo governo che si è già discostato in maniera netta dalla strada intrapresa da Uribe nei suoi due mandati presidenziali.
L'esplosione dell'autobomba arriva il giorno dopo l'incontro a Santa Marta tra il presidente Chavez e Santos in cui sono stati ristabilite le normali relazioni diplomatiche interrotte nei mesi precedenti. Inoltre questo incontro segna l'abbandono in politica interna della militarizzazione del territorio per controllare il paese ma che ha prodotto frizioni e scontri con gli Stati vicini.

Per adesso è difficile avere un quadro chiaro dell'attentato ma il fatto che gli inquirenti si siano precipitati ad addossare le responsabilità alle FARC pochi minuti dopo l'esplosione aumenta i dubbi che l'attentato sia un ammonimento al nuovo presidente che si sta allontanando troppo dalla filosofia uribista e che non sottovaluti le forze di tutti i soggetti politici, paramilitari e narcos che controllano la Colombia.

martedì 7 settembre 2010

Il Mercosur costruisce il suo futuro

La riunione del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) svoltasi ad inizio agosto 2010 a San Juan (Argentina) ha risolto i problemi legati al doppio pagamento delle tasse doganali per le merci destinate ai paesi esteri ed anche la redistribuzione dei dazi doganali per le merci che transitano nei paesi del Mercosur.
Oltre alle questioni interne del mercato comune vi è stata anche la ratifica dell'accordo commerciale con l'Egitto; questo accordo apre le porte ai prodotti del Mercosur un mercato potenziale di circa 80 milioni di persone.
Inoltre la riunione di San Juan ha posto le basi per lo studio di nuovi accordi con altri Stati come Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Kuwait, Marocco, Qatar, e Oman.
I prodotti come grano, mais, olio, latticini e carni saranno i primi a beneficiare degli accordi bilaterali e vedranno abbattere i dazi doganali ed altre restrizioni.

Questo incontro pone le basi per il futuro sviluppo sia delle potenziali risorse produttive che commerciali dell'area; nei prossimi anni questi settori, secondo autorevoli studi, si penetreranno con sempre più forza nel mercato globale.
La forza produttrice, legata al costo della sua manodopera ed i relativi prezzi dei prodotti finali, fanno si che la competitività dei paesi del Mercosur spaventi l'Unione Europea, che inoltre non vede di buon occhio l'accordo con l'Egitto, dato che il settore agricolo del vecchio continente riesce a sopravvivere in gran parte grazie ai sussidi ed agli alti dazi doganali imposti sulle merci extra europee.

venerdì 3 settembre 2010

Lo scempio di Belo Monte

C'è un progetto, denominato Belo Monte, per costruire una enorme centrale idroelettrica sul fiume Xingú nella regione del Parà in Brasile. Il progetto prevede di utilizzare il dislivello di circa 90 metri che il corso d'acqua ha nel luogo chiamato la Volta Grande che si estende per poco più di 100 km; la centrale avrà una potenza minima di 11.500 megawatt dato che nel periodo delle piogge la portata passa da 1.000 metri cubi al secondo a circa ventimila; per questo motivo la centrale idroelettrica non sarà l'unica diga ma ne serviranno altre a monte, si crede un minimo di due, per regolarizzare il flusso dell'acqua.

Nello Studio di Impatto Ambientale del progetto Belo Monte si può leggere che la costruzione delle dighe porteranno le acque del fiume a sommergere le case di circa 50000 persone tra gli abitanti del villaggio di Altamira e delle zone rurali circostanti.

La devastazione che produrrà la costruzione della diga Belo Monte è stata descritta da un gruppo di 40 ricercatori che si sono riuniti e che hanno stilato un documento in cui criticano ferocemente l'approssimativo Studio dei Impatto Ambientale, le sue omissioni e gli errori commessi ad hoc per far approvare il progetto. I 40 ricercatori affermano che nello studio non si fa riferimento alla possibile estinzione delle numerose specie animali e vegetali che popolano l'area e che esistono solo qui perché le dighe e le deviazioni del fiume diminuiranno violentemente l'afflusso di acqua.
Inoltre nelle terre dove sorgeranno i bacini artificiali attualmente sono abitate da circa 25 popolazioni indigene (circa 15000 persone) che dovranno abbandonare l'area con la quasi certezza dell'estinzione.

L'area in cui sorgerà la centrale di Belo Monte nel 2004, infatti fu dichiarata Riserva estrattiva (Resex) Riozinho do Anfrísio tramite un decreto emanato dal presidente Lula per cercare di preservare l'habitat e per bloccare le continue scorribande dei pistoleiros assoldati dalle aziende che vorrebbero espandersi furono inviati dal presidente anche dei militari.
Lula nel 2004 si fece promotore della protezione ambientale dando forza a chi combatteva contro le multinazionali che cercavano di prosciugare le ricchezze del territorio brasiliano. Oggi invece davanti ad progetto così vasto ed importante pare che il presidente abbia deciso di non mantenere fede ai suoi vecchi intenti.

Il progetto Belo Monte è un nuovo passo verso la distruzione dell'ecosistema amazzonico, fondamentale sia per il Brasile sia per il resto del mondo, dato il progetto Belo Monte stravolgerà il corso del Xingú non solo con il cemento usato per costruire le dighe ma anche per l'asfalto che verrà utilizzato per portare i materiali e che andrà ad ampliare la Transamazzonica.