mercoledì 22 settembre 2010

Cile: la riforma della Ley Antiterrorista

Il governo del Cile ha deciso, finalmente, di rivedere la Ley Antiterrorista grazie allo sciopero della fame intrapreso, dal 12 luglio 2010, da trentadue attivisti Mapuche (Il Cile verso il passato), che sono ancora incarcerati, ma anche grazie all'accorato appello dei trentatrè minatori cileni, bloccati nel nella miniera San José a Copiapó.

Gli attivisti Mapuche sono in carcere a causa degli scontri avvenuti nella Regione di Araucania, militarizzata dal Governo nel 2009, dove gli indio combattono per il riconoscimento delle loro terre ancestrali.
I minatori, loro malgrado, sono diventati famosi per la situazione in cui si trovano e grazie a questo le loro lettere hanno avuto un ampio eco mediatico. In una di queste lettere i minatori (alcuni dei quali sono di origine Mapuche, Quechua e Aymarà), dichiaravano la loro massima solidarietà con i prigionieri indio che lottano per i loro diritti richiedendo esplicitamente al governo di “liberare i Mapuche, che da 41 giorni sono in sciopero della fame", inoltre contestavano fermamente le esternazioni del Presidente cileno invitandolo a "stare zitto!".

La Ley Antiterrorista è un'eredità di Pinochetche è servita durante gli anni della dittatura (1973 – 1990) a perseguire gli oppositori del regime; ma nei venti anni in cui il centro-sinistra ha governato non è mai stata modificata ed anzi è stata usata per perseguire alcuni crimini ed anche gli indio. E questo nonostante più volte le Nazioni Unite l'abbiano criticata perché discriminante.
Il ministro degli interni Rodrigo Hinzpeter ha dichiarato: "Il Governo è disposto a rivedere il nostro ordinamento giuridico. Il progetto di legge tende a riformare e limitare l'applicazione della giustizia militare nel nostro paese. A abbiamo un sistema in cui la legge militare scatta molto più spesso rispetto ad altri sistemi democratici. E una riforma del genere era già presente nel nostro programma di governo. La invieremo alle Camere con la massima urgenza"

Adesso attendiamo la riforma di questa legge che da quasi quaranta anni i governi cileni usano contro il popolo e non per proteggere il popolo stesso.

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