giovedì 28 luglio 2011

Honduras: Zelaya rientra nel paese

Manuel Zelaya

Alla fine di maggio 2011 a quasi due anni dal golpe che lo depose l'ex presidente, Manuel Zelaya, ha fatto ritorno in Honduras.
Zelaya è stato accolto da una grande folla all'aereoporto di Tegucigalpa, insieme a lui vi erano anche il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, e quello dominicano, Carlos Morales Troncoso. Nella delegazione sbarcata nella capitale hondurena vi era anche la senatrice, Piedad Cordoba, che si è distinta nella mediazione tra governo golpista e Zelaya.

Zelaya è riuscito a rientrare nel suo paese solo dopo una lunga mediazione portata avanti dal presidente Chavez e dal persidnete Santos; queste operazioni diplomatiche hanno riportato l'Honduras nell'Organizzazione degli stati americani (da dove era stato espulso poco dopo il golpe). 
La trattativa ha portato ad un accordo, siglato a Cartagena de Indias (Colombia), in cui lo stato hondureno si impegnava a istituire una commissione del Tribunale d'Appello della Corte Suprema di Giustizia dell'Honduras per analizzare i processi istruiti e le sentenze emesse contro Zelaya durante il suo esilio.
I tre magistrati del tribunale ceh si sono occupati dei casi in cui l'ex presidente era imputato ed hanno annullato "le sentenze pronunciate contro Manuel Zelaya perché è stato violato lo stato di diritto, in quanto l'accusato non si è potuto difendere".

Adesso il governo illegittimo di Tegucigalpa deve mantenere tutti gli impegni sottoscritti a Cartagena de Indias riconoscendo il Frente Nacional de Resistencia Popular (FNRP) come partito politico, iniziare le consultazioni per la creazione di un'assemblea costituente ed indire nuove e liber elezioni.

sabato 23 luglio 2011

Mandato di cattura per la strage del Universidad Centroamericana

Il giudice spagnolo Eloy Velasco ha emesso un'ordine di cattura internazionale per i venti militari tra cui il colonnello Guillermo Benavides che il 16 novembre 1989 uccisero, nel Universidad Centroamericana di San Salvador, padre Ignacio Ellacuría, cinque padri gesuiti e Elba Julia Ramos con la giovane figlia.

I militari del Atacatl fecero irruzione nella notte nel Universidad e trascinarono fuori dalle proprie camere padre Ellacuría, Ignacio Martín Baro, Segundo Montes, Armando López, Juan Ramón Moreno, Joaquín López y López (tutti di nazionalitá spagnola tranne López). I gesuiti furono condotti nel giardino del Universidad dove pochi minuti dopo furono assassinati.
Elba Julia Ramos e sua figlia Celina assistettero alle esecuzioni e furono fermate dai militari che prima le rassicurarono e poi le uccisero.

Padre Ignacio Ellacuría era una della anime della Teologia della Liberazione ed aveva fatto del Universidad Centroamericana di San Salvador la base di tutte le sue attività. Con l'inizio della guerra civile in El Salvador le autorità militari cercarono di imbavagliare tutte le università ed i centri culturali del paese ma Ellacuría era riuscito a non far cadere l'università nelle mani della censura.
Dopo l'omicidio di monsignor Romero il padre gesuita divenne un punto di riferimento nel paese, insieme al vescovo si adoperavano affinché si avviassero dei negoziati tra la dittatura militare ed i guerriglieri per pacificare il paese.
A causa della sua attività padre Ellacuría fu dichiarato persona non gradita dalla dittatura militare e fu costretto a tornare in Spagna continuando, però, ad impegnarsi per la risoluzione pacifica del conflitto.

L'ex sergente Antonio Ramiro Avalos durante un interrogatorio ha ammesso di aver partecipato alla strage e di aver ucciso padre Moreno e del padre Lópezha. Avalos, inoltre, ha dichiarato di aver obbedito agli ordini dai suoi superiori i quali affermavano che i religiosi erano delinquenti che andavano eliminati per le idee che infondevano.
Un altro ex militare che adesso vive in esilio in Spagna ha ammesso che fu preparato un piano da Benavides che riunì i suoi ufficiali per uccidere Ellacuría una volta rientrato in El Salvador dalla Spagna. L'ex militare racconta la riunione con molti particolari dato che vi partecipava come maggiore del battaglione Atacatl ed infine afferma di aver comunicato all'allora colonnello Ponce che la missione era stata portata a termine con successo.

Il mandato di cattura internazionale del giudice spagnolo obbliga il governo di El Salvador a rispettare gli accordi bilaterali sull'estradizione. Grazie alle ultime rivelazioni ed alle nuove indagini del giudice Velasco si è moderatamente certi che l'omicidio dei padri gesuiti fu pianificata dallo Stato maggiore dell'esercito per cercare di allentare le pressioni che  stavano facendo sulla comunità internazionale per organizzare una conferenza di pace e mettere fine al conflitto in corso.  

lunedì 18 luglio 2011

Bolivia: Mi Agua

In Bolivia è stato approvato e sta per aver il suo ufficiale inizio il progetto "Mi agua".
Il progetto interesserà l'intera nazione e garantirà l'acqua potabile a tutti; per riuscire a portare l'acqua a tutti i boliviani lo stato ha previsto un investimento che oscilla tra i 100 ed i 300 milioni di dollari per gli interventi in più di 300 municipalità.Il presidente Evo Morales ha presentato il piano Mi Agua a Chuquisaca davanti a migliaia di persone accorse ad ascoltare la presentazione dei circa ottanta progetti già approvati che avranno lo scopo di fornire l'acqua a tutte le comunità della zona che ancora non la hanno.

Mi Aqua permetterà la costruzione di nuovi acquedotti ma anche di una serie di condutture per l'irrigazione delle zone agricole. Il progetto è stato creato solo per le municipalità più piccole ed isolate del paese e non le grandi città, per le esigenze di queste ultime sarà creato un altro progetto nel prossimo futuro.

Il Presidente Morales si è speso molto per questo progetto e lo ritiene fondamentale per lo sviluppo del Paese dato che permette di migliorare le condizioni di vita della popolazione e non solo."Mi Agua" è anche l'opportunità di migliorare i servizi che già adesso hanno i cittadini; per  esempio con i fondi del progetto si potranno costruire micro-centrali idroelettriche, costruire pozzi per l'approvvigionamento dell'acqua, creare aree di stoccaggio e un rete di distribuzione più capillare.

martedì 12 luglio 2011

Perù: mobilitazioni contro il selvaggio sfruttamento minerario

Nella regione del Puno (Perù) il governatore, Mauricio Rodriguez, ha firmato un'intesa con la multinazionale canadese Bear Creek per lo sfruttamento delle risorse minerarie della regione.

La risposta della popolazione della regione è stata immediata in venticinque mila hanno manifestato tutta la loro preoccupazione e la loro contrarietà al progetto della società canadese.
La protesta ha visto la partecipazione di oltre venticinque mila contadini, 900 autocarri e circa un migliaio di commercianti che hanno bloccato il ponte di Desaguadero, snodo fondamentale per il commercio internazionale tra Perù e Bolivia, sul lago Titicaca.
Le esplorazioni del sottosuolo ed il relativo sfruttamento danneggerebbe irreparabilmente l'equilibrio naturale dell'area che vede come principale fonte di reddito  l'agricoltura, la piccola industria casearia ed il turismo.

Le manifestazioni, pacifiche, iniziate il 9 maggio non sono ancora terminate, anzi, i portavoce del movimento che si oppone allo sfruttamento minerario della zona hanno affermato che i presidi e le proteste continueranno sine die o almeno fino a quando "il presidente non ascolterà le richieste, giuste e legittime, contro la miniera Santa Ana".
Alle manifestazioni hanno partecipato, anche, migliaia di cittadini delle vicine province di Yunguyo e Chucuito che arrivati a Puno hanno "occupato" Plaza de Armas della città per sostenere i manifestanti locali.

Il presidente Alan Garcia ha risposto ai manifestanti che le manifestazione ed i blocchi stradali dono "faziosi" e che hanno "obiettivi politici"; inoltre ha deciso di far rimuovere e con la forza i blocchi stradali che stanno paralizzando l'economia.
L'intervento delle forze dell'ordine ha provocato due morti: una manifestante è stata uccisa  dal crollo di un muro in circostanze ancora non chiare, l'altra vittima è un ragazzo che è morto soffocato dai fumogeni utilizzati dalla polizia per disperdere i manifestanti.

Le manifestazioni ed i blocchi stradali hanno per adesso hanno ottenuto la sospensione temporanea, fino all'approvazione del riassetto territoriale regionale, delle concessioni minerarie. Le concessioni non possono essere annullate per via giudiziaria ma solamente con un intervento legislativo; di fatto è solo un intervento formale che cerca di placare glia animi sul campo e che permette di arrivare alle consultazioni tra manifestanti e governo nazionale, forse, con gli animi più distesi.

Oltre all'esito delle consultazioni tra manifestanti e governo si dovrà attendere anche l'esito delle elezioni presidenziali del 5 giungo per capire la posizione del futuro presidente peruviano.

giovedì 7 luglio 2011

VI Congresso del PCC

Il VI congresso del Partito comunista cubano ha confermato che la Rivolucion Cubana è sempre in evoluzione. 
Al congresso ha partecipato anche Fidel Castro il quale non ha accettato il rinnovo dei suoi incarichi nel partito a causa delle sue non perfette condizioni di salute. La malattia che lo ha colpito nell'agosto 2006 lo ha costretto nello stesso anno a cedere tutti i suoi incarichi di governo al fratello Raul.
Fidel in un suo articolo riferendosi alla sua scelta di ritirarsi dalla vita politica attiva ha scritto: "Credo di aver ricevuto abbastanza onori. Non avevo mai pensato di vivere così a lungo, i nemici hanno fatto il possibile per impedirlo, hanno cercato di eliminarmi innumerevoli volte e spesso ho 'collaborato' con loro".

Il congresso del Partito Comunista Cubano ha ribadito un concetto fondamentale per lo sviluppo economico dell'isola caraibica che solo con "il socialismo si può vincere le difficoltà e preservare le conquiste della rivoluzione e che nell'aggiornamento del modello economico predominerà la pianificazione, la quale terrà conto delle tendenze di mercato".
Il socialismo sarà la "la forma principale nell'economia nazionale" anche se l'economia  vedrà lo sviluppo di cooperative, di piccoli agricoltori e la comparsa dei lavoratori autonomi; inoltre gli investimenti provenienti dall'estero cresceranno notevolmente.

A confermare questi propositi ci sono le 130.000 concessioni di appezzamenti di terreno per altrettanti contadini e sono state concesse circa 172.000 licenze per la creazione di piccole imprese che verranno ufficializzate entro il 2015. Con queste misure si calcola che circa 1.800.000 troveranno lavoro nel settore privato andando così a diminuire il numero di lavoratori del settore pubblico.
Inoltre i cubani potranno, nel prossimo futuro, acquistare case ed automobili e la Tarjeta de abastecimiento, il libretto con cui i cubani avevano il diritto all'acquisto a prezzi agevolati di generi di prima necessità, sarà abolita.

I cambiamenti che trasformeranno la Rivolucion Cubana nei prossimi anni non riguardano solo la vita economica del paese ma anche quella politica infatti il congresso del partito ha stabilito che coloro che si vorranno impegnare nell'attività politica potranno essere eletti per un massimo di dieci anni ( cinque anni per ogni mandato).

Una commissione istituita all'interno del partito monitorerà l'evoluzione ed interverrà ogni qual volta che la giustizia sociale ed i diritti dei cittadini potranno subire un disequilibrio.

La Rivolucion si trasforma ma al centro vi è sempre l'uomo.

sabato 2 luglio 2011

Honduras: Mediazione di Santos e Chavez



Il Frente Nacional de Resistencia Popular(FNRP) che combatte dal giugno 2009 prima il golpe che ha destituito il presidente Zelaya e l'illegittimo governo a cui è succeduto ha accettato la mediazione offerta dai presidenti della Colombia e del Venezuela.

Nel comunicato stampa che il FNRP ha emesso si legge che i consiglieri del Frente "approvano la mediazione proposta a Cartagena de Indias e diamo la nostra piena fiducia al presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, per la sua volontà verso la democrazia".Il Frente dopo aver appreso con favore l'investitura di mediatori dei presidenti Santos hanno inviato loro le richieste che comprendono il rientro in patria di tutti i politici esiliati, compreso il presidente destituito Zelaya.
L'elenco continua con la cessazione della politica repressiva attuata dal governo golpista, l'istruzione dei processi contro coloro che hanno violato i diritti umani, la costituzione dell'Assemblea Nazionale Costituente democratica ed infine che il Fnrp sia riconosciuta come la forza politica in Honduras.  La mediazione che i presidenti Santos e Chavez stanno per iniziare sarà difficile ma importante per cercare di riportare il Paese centro-americano alla democrazia a due anni dal golpe che ha prodotto un governo, quello attuale di Profirio Lobo, da elezioni illegali il quale riesce a mantenere il controllo del Honduras solo grazie alle minacce ed alla violenza.