venerdì 28 dicembre 2012

Bolivia: scoperti resti di vittime della dittatura


In Bolivia sono stati scoperti lungo le rive del fiume Piraí i resti di tre persone scomparse durante la dittatura di Hugo Banzer (1971-1978).
Le spoglie, secondo le prime analisi dell’Istituto Forense di Sucre, dovrebbero appartenere a José Luis Ibsen, i cui familiari hanno riconosciuto gli abiti che indossava il giorno della sua scomparsa, e José Carlos Trujillo; mentre il terzo corpo ancora non ha un nome.

José Luis Ibsen era un avvocato dell’impresa Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos e fu rapito, torturato e giustiziato a Santa Cruz perché stava indagando sulla morte del figlio, anche lui ucciso da uomini al soldo della dittatura mentre di Banzer.

La Procuratrice, Pura Cuéllar, che segue le indagini avviate dopo il ritrovamento delle spoglie ha dichiarato che "nella fossa sono stati trovati solo le estremità ed i crani, ai quali praticheremo i test del DNA per determinare a chi corrispondono".

Durante la dittatura di Hugo Banzer Suárez iniziò nel 1971 quando, con un colpo di stato, destituì il generale Juan José Torres che fu ucciso, per mandato di Banzer, mentre era in esilio in Argentina. 
La sua dittatura portò nel paese la famigerata Operación Cóndor; il suo governo durò fino al 1978, quando anche lui subì un golpe, e in questi anni si verificarono sistematiche violazioni dei diritti umani e omicidi (in Bolivia ed oltre confine) verso gli oppositori politici. Inoltre indebitò lo Stato boliviano verso gli organismi internazionali, facilitò una ristretta oligarchia economica boliviana ed stimolò addirittura la corruzione all'interno dell'apparato statale.
Questa sua condotta scellerata porto la Bolivia a frequenti e forti crisi inflative, economiche ed alla conseguente povertà ed instabilità sociale.
Per i crimini commessi ed ordinati durante la sua dittatura, di cui non esistono dati ufficiali, non è mai stato condannato o citato in giudizio dalla magistratura Boliviana.

venerdì 21 dicembre 2012

Cile: le difficili condizioni Mapuche


La condizione del popolo Mapuche in Cile continua ad essere sempre molto difficile. 
Gli indio sono vittima di una forte e strisciante repressione con ronde e loro territori militarizzati dalle forze dell'ordine; un esempio di questo stato di assedio sono le armi che il governo affida a gruppi di “Vigilantes” (molti giornalisti affermano che siano organizzazioni para-militari i quali hanno aggredito più volte gli indio nel silenzio e nell'impunità) che organizzano ronde, insieme alla polizia, per difendersi dalle proteste dei Mapuche.
Inoltre ogni azione anche di resistenza non violenta o manifestazione del popolo  Mapuche viene criminalizzata dal sistema giuridico cileno in cui figura una "legge antiterrorista" (approvata durante la dittatura di Pinochet e promulgata nel 1984) con la quale lo Stato può privare della libertà i propri cittadini in assenza di prove ma anche di inasprire le pene in caso di condanna nei processi in cui l'accusa può usufruire di testimonianza anonime e segrete. 
Oltre a questo vi è la legge di sicurezza interna con i quali i cittadini considerati "nemici della patria" vengono giudicati sempre da tribunali militari anceh se i reati sono di tipo civile.

In questo scenario di silenzio nazionale ed internazionale vi sono quattro giovani Mapuche che provano a far conoscere la propria drammatica situazione ricorrendo allo scipero della fame.
Due di loro sono stati condannati nel primo processo, basato su false accuse e prove manipolate, ad undici anni perché nelle loro case sono state rinvenute armi frabbricate in casa ed un bossolo già usato; un altro è accusato di aver organizzato un attentato contro un carabiniere anche se alcuni giorni dopo il suo arresto sono state rinvenute prove che indicano un membro di “Patria y Libertad" (movimento paramilitare di estrema destra fascista) come organizzatore dell'attentato.

Oltre ai primi quattro giovani dal 1° ottobre altri cinque prigionieri mapuche ventenni si sono uniti allo sciopero della fame che subiscono la detenzione preventiva nel carcere di Temuco.

venerdì 14 dicembre 2012

Paraguay: provate le violazioni dei diritti umani


Alcune Organizzazioni che si battono per il rispetto dei diritti umani in Paraguay hanno presentato le loro relazioni sulla situazione post destituzione del Presidente Fernando Lugo alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH).

Tutti i documenti presentati sottolineano come la destituzione di Lugo sia un fallimento della democrazia ed il rispetto dei diritti umani in Paraguay che sono sfociati in detenzioni illegali, persecuzioni ai danni dei difensori dei diritti umani e repressioni contro coloro che manifestavano il proprio sostegno al Presidente Lugo e ripudiavano il golpe parlamentare.
Una manifestazione, i cui fatti non sono mai stai appurati, fu repressa nel sangue si svolse nell'area di Curuguaty dove un presidio di campesinos fu sgomberato con la forza e morirono 11 agricoltori.

Molte denunce riguardano l'assenza di chiarezza o meglio l'assenza delle indagini da parte della polizia riguardo alla morte di un esponente politico di Puentesino, dei licenziamenti a causa dele pensiero politiche di migliaia di lavoratori statali; a tutto questo si sommano le numerose lacune nel campo della sanità e dell’educazione.

Le organizzazioni paraguaiane durante l'incontro con il CIDH hanno richiesto una fine delle violazioni,  delle pressioni, delle persecuzioni e la criminalizzazione del dissenso pacifico e soprattutto il ripristino dello Stato di Diritto e la democrazia in Paraguay.
La Commissione Interamericana ha condannato le violazione dei diritti umani ed ha convocato per la prossima seduta i rappresentati del governo di Federico Franco e nuovamente le organizzazioni sociali.

sabato 8 dicembre 2012

Elezioni municipali in Nicaragua


Alla fine di ottobre 2012 si sono svolte le elezioni nelle municipalità del Nicaragua; le elezioni si sono svolte nella massima tranquillità e senza nessun sospetto di brogli o irregolarità e l'affluenza è stata del 58%. Il dato è sicuramente basso ma in netta ascesa rispetto alle precedenti tornate elezioni municipali.

Il il Consiglio Supremo Elettorale (CSE) ha fornito e certificato i dati della tornata elettorale dove il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) è stato il vincitore in 134 delle 153 municipi, il Partito Liberale Indipendente (PLI) ha vinto in 12 mentre il partito Yatama ha primeggiato nei tre municipi dove si era presentato da solo; nelle altre aree faceva parte della coalizione Unida, Nicaragua Triunfa, con il FSLN.

Il leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha dichiarato, una volta resi noti i risultati, che "i cittadini hanno ribadito nelle elezioni municipali del 4 novembre il loro appoggio al cammino verso la pace e la sicurezza per continuare gli sforzi nella lotta contro la povertà", ha anche affermato che questi risultati premiano il cammino intrapreso dal popolo del Nicaragua e del suo Governo in ambito di lotta alla povertà, di lotta all'analfabetismo e di sviluppo del mondo del lavoro.

venerdì 30 novembre 2012

Elezioni in Venezuela


Hugo Chávez è stato eletto per la quarta volta presidente del Venezuela con il 54,4% dei voti contro il 44% del suo sfidante Henrique Capriles. La percentuale di partecipazione al voto è stata alta ed è arrivata al 81%.
Sulle elezioni svolte il 7 ottobre gli osservatori internazionali le hanno definite chiare e senza nessun episodio dubbio ed inoltre definiscono il sistema elettorale venezuelano affidabile; anche il candidato sconfitto, Henrique Capriles, ha riconosciuto immediatamente la vittoria di Chávez ringraziando inoltre "i più di sei milioni di venezuelani che mi hanno dato la loro fiducia".  

Hugo Chávez ha vinto nuovamente le elezioni perché ha puntato sulla politica che chiama socialista ma che in realtà non lo è; la sua politica è riformista e vede la spesa pubblica (molti denari provengo dalla vendita del petrolio) guidata, almeno in parte, dai bisogni della società, una tassazione su base progressiva, un maggiore impegno dello stato nella politica sanitaria e nel campo dell'istruzione.
Sicuramente dopo oltre un decennio di presidenza ci sono ancora numerosi e importanti problemi da risolvere come la violenza endemica del paese, la nuova classe politica che non è molto migliore di quella che l'ha preceduta e che riesce sempre a rimanere alla guida del paese e lo sviluppo economico del paese che dipende troppo dal petrolio ed a cui non è stato affiancato un piano economico parallelo o indipendente dall'andamento del greggio. 
Oltre a questi problemi non si possono dimenticare i successi della presidenza Chávez come il tasso di mortalità infantile sceso sotto il 19 per mille, l’indice di disuguaglianza (Gini) diminuito quasi del 30% ed dal 2006 il paese è libero dall'analfabetismo (una Nazione si considera libera dall'analfabetismo se al massimo il 2% della popolazione è illetterata) ed un sistema sanitario pubblico.

Le reazioni del mondo diplomatico alla vittoria di Hugo Chávez sono state molto diverse. Cristina Kirkener, persidenta dell'Argentina, ha affermato: "La tua vittoria è anche la nostra. È la vittoria di tutto il Sud America e dei Caraibi. Forza Hugo, Forza Venezuela, Forza Mercosur e Unasur!". Rafael Correa in un suo post su internet ha scritto: "Chávez vincitore con quasi 10 punti di differenza! Viva Venezuela, viva la Patria Grande, viva la Rivoluzione Bolivariana!”. del solito tenore sono i commenti che provengono da Cuba, Bolivia ed Uruguay.
Di altro tenore sono i commenti che provengono dall'Europa che per bocca dell' Alto responsabile dell’Unione Europea per gli esteri, la Baronessa inglese Catherine Ashton, ha affermato: "prendo nota dell’elezione di Hugo Chávez [...] ricordi Chávez che la vittoria comporta responsabilità".
Parole inopportune e miopi dato che anche lo sconfitto Henrique Capriles ha inviato i propri complimenti al presidente della Repubblica ed ha sottolineato "lo svolgimento cristallino delle elezioni"; insomma usando le parole di Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, possiamo concludere che "se qualcuno vuole vedere come funziona una vera democrazia, che vada in Venezuela".

venerdì 23 novembre 2012

El Salvador: tregua tra le Maras


In El Salvador il 9 marzo 2012 le maggiori Maras (bande giovanili) del paese hanno firmato una tregua proposta dal Vescovo Mons. Fabio Colindres i cui risultati sono molto importanti.
Prima dell'accordo di "pace" in El Salvador si avevano circa 14 omicidi al giorno mentre adesso gli omicidi sono scesi a circa 6 il giorno secondo i dati forniti dalla Policía Nacional Civil (PNC); il tasso di omicidi passerebbe così da 67 per 100.000 abitanti del 2011 a 35 nel 2012 .

La tregua offerta alle Maras chiedeva la fine degli scontri a fuoco, delle aggressioni, e delle guerre per nuovi territori ed in cambio lo stato di El Salvador ha trasferito alcuni dei capi più importanti delle Maras da carceri di massima sicurezza in carceri con condizioni di detenzione più "leggeri" ed orari di visita più flessibili.

Questa tregua così come è non potrà riuscire a pacificare il paese ma dovrà essere supportata da piani educativi per il reinserimento dei membri che oggi sono in carcere ma soprattutto per coloro che sono al di fuori delle carceri e che sono entrati a far parte delle Maras per la mancanza di speranze nel futuro e di opportunità dei quartieri più poveri.
Le associazioni e le Ong avanzano proposte interessanti che toccano la scuola ed anche il dopo-scuola con cui migliorare il livello educativo dei giovani salvadoregni offrendogli un futuro alternativo a quello violento delle bande; inoltre grazie a questo periodo di relativa tranquillità si è aperto un dibattito sulla bassa attività dei cittadini di El Salvador alla vita politica del Paese.

A complicare la situazione alla fine di settembre 2012 ci ha pensato un articolo pubblicato dal quotidiano  El Faro dal titolo "Le nuove verità sulla tregua" in cui si rivelava come all'accordo di pace non avevano lavorato solo la Curia e le Maras ma anche il Ministro per la Sicurezza Pubblica, David Munguía Payés, che avevano sempre negato il loro coinvolgimento nelle trattative.
Inoltre il ministro David Munguìa Payes ha dichiarato, più volte, che non si siederà mai a trattare con i criminali capi delle Maras a negoziare nuove fasi della tregua. 
In risposta alle affermazioni del  Ministro Carlos Ernesto Mojica Lechuga, alias Viejo Lin leader di el Mara 18, ha affermato che “questo atteggiamento da parte di alcune autorità rende il processo di pace più difficile da mantenere. La tregua è forte, ma è necessario che anche le autorità facciano dei passi verso di noi. Tutti ci credono degli animali ma anche noi abbiamo dei diritti, e abbiamo stabilito la pace in cambio di investimenti seri in programmi di riabilitazione”.

Nel paese e nella comunità internazionale lo scetticismo sul processo di pacificazione intrapreso il 9 marzo 2012 è molto ma questo non deve essere un alibi per chi lo ha sottoscritto e per lo Stato che si dovrà sicuramente impegnare nella ri-costruzione della società salvadoregna.

venerdì 16 novembre 2012

Nicaragua: pubblicati i nuovi dati sulla povertà


Sono stati resi noti, all'inizio di agosto 2012, i risultati della ricerca effettuata dalla Fondazione internazionale per la sfida economica globale (Fideg sostenuta e voluta della Banca Mondiale) sulla povertà in Nicaragua per l'anno 2011.
Lo studio ha evidenziato il calo della povertà estrema dal 9,7% del 2010 al 8,2% del 2011; la povertà è scesa soltanto di un punto percentuale ed attestandosi nel 2011 al 44,1% 44,7 per cento (2009) al 44,1%, infine la denutrizione infantile è diminuita fortemente e nel 2011 si attesta a circa il 20%. Un dato molto importante riguarda gli indici di povertà nelle aree rurali che hanno avuto un decremento di circa il 5% negli ultimo anno; anche il coefficiente Gini, che misura il grado di disuguaglianza sociale, è in diminuzione e passa dallo 0,37 del 2009 allo 0,34 del 2011.

I dati raccolti ed elaborati dalla Fideg dimostrano che il Nicaragua ha una tendenza consolidata alla riduzione della povertà e di conseguenza al miglioramento, seppur lento e difficoltoso, della qualità della vita della popolazione. Il miglioramenti sociali sono figli delle maggiori opportunità lavorative e meglio retribuite e occasioni, l’aumento dell'invio di denaro da parte dei parenti residenti all'estero (remesas familiares) ed i programmi sociali promossi dal governo Ortega.
Lo studio riporta che il tasso di disoccupazione in Nicaragua è fermo al 3%, anche se la qualità degli impieghi è ancora bassa e non molto remunerata.

Il presidente della Fideg, Alejandro Martínez Cuenca, afferma che il Nicaragua per continuare a migliorare i dati sulla povertà e sulla qualità della vita dovrà continuare a rafforzare e sviluppare i programmi di sostegno e sviluppo dei settori agricoli e del turismo oltre a sostenere con maggior vigore i programmi educativi promuovendo l’istruzione primaria e la possibilità di accesso all'istruzione secondaria

I miglioramenti sottolineati dallo studio del Fideg sono ancora più importanti se si considera la fase di incertezza economica mondiale a cui il Nicaragua sembra immune, le sfide del futuro per il governo sandinista sarnno quelle di continuare a crescere redistribuendo la ricchezza verso tutta la popolazione e la lotta sempre più incisiva ed intensa alla povertà.

lunedì 5 novembre 2012

Cuba e la ricerca scientifica


Cuba da molti anni ha investito ingenti capitali sulla formazione e la ricerca scientifica per riuscire a creare o riprodurre farmici che il bloqueo non gli permetteva di importare.
Nel maggio 2012 il direttore el Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología, Gerardo Guillén, ha reso pubblica la scoperta di un farmaco (HeBerprot) che permette di evitare l'amputazione degli arti inferiori nei pazienti diabetici.

Guillén sottolinea il fatto che la scoperta di questo farmaco, unico nel suo genere, "rompe il paradigma che riguarda le scoperte di nuovi farmaci sono ottenute solo e soltanto nei paesi sviluppati".
Il farmaco brevettato dal paese caraibico sarà disponibile in ogni paese in cui non è valido il bloqueo, mentre negli USA la vendita sarà impossibile anche sed ogni anno vengono praticate più di 80.000 amputazioni a pazienti diabetici.

La ricerca a Cuba è in piena attività e sono stati fatti grandi passi avanti contro Aids ed il cancro; per esempio vengono sperimentati due farmaco uno denominato Vidatox, studiato sulla base del veleno di uno scorpione, ed il secondo denominato CimaVax che dovrebbero combattere il cancro al polmone. Per quanto riguarda Aids entro il 2012 inizierà al fase di sperimentazione di una terapia innovativa.

martedì 23 ottobre 2012

Honduras: Giornalisti sotto tiro


In Honduras sono ventiquattro i giornalisti uccisi, nell'impunità assoluta, da quando è stato "eletto" (vedi Golpe Honduras e successivi post) il presidente Porfirio Lobo.
La maggior parte dei giornalisti assassinati sono l'avvertimento che l'oligarchia invia alla popolazione per mantenere alta la tensione e per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica e dei giornalisti, che hanno sempre più paura di esporsi ed indagare, sulla corruzione e malaffare che regna nella politica.
Altro elemento che ha ha portato i giornalisti ad essere un bersaglio dell'oligarchia politica è l'importante ruolo nella difesa della libertà di espressione portata avanti con ancora più forza dal giugno 2009 quando avvenne il colpo di stato che destituì il presidente Manuel Zelaya.

Secondo l'analisi del giornalista di Radio Globo, Félix Molina conduttore ed ideatore del programma Resistencia, la chiave per comprendere le violenze che si susseguono giorno per giorno in Honduras è “il contesto d’insicurezza, di violenza e di morte che si è cominciato a vivere in tutto il Paese dopo la rottura del filo costituzionale nel 2009. Un elemento che ha ridotto alla sua minima espressione la fiducia della popolazione nelle istituzioni dello Stato”. 
Questa analisi viene rafforzata dal fatto che da quando è presidente Porfirio Lobo sono stati uccisi circa 13.000 cittadini, una media di 20 al giorno, con un altissimo tasso di impunità; impunità che per il momento è totale per quanto riguarda gli omicidi dei giornalisti in cui non vi è stato neanche un arresto.
La percezione generale è che esistano gruppi nelle istituzioni le cui braccia sono la polizia, l'esercito o sicari privati, che realizzano "lavori" per aumentare il loro potere o per avere visibilità anche all'estero.
L'analisi di Molina viene ripresa ed ampliata da Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras (Cofadeh), la quale afferma che "attaccando i giornalisti si sta cercando di distruggere la memoria collettiva, zittire la verità, far tacere i processi popolari in atto e militarizzare la società, aprendo la porta ad una maggiore presenza militare straniera nel Paese."

La popolazione dell'Honduras vive nell'insicurezza e nella confusione sempre maggiore per cui diventa "più semplice" uccidere i giornalisti, che si impegnano per la legalità e per la libertà di stampa, senza che l'opinione pubblica abbia il polso di quello che sta accadendo.

lunedì 15 ottobre 2012

Cile: continuano le proteste studentesche


Le proteste studentesche in Cile, per una profonda ed equa riforma del sistema educativo, continuano e nei primi giorni di agosto sono arrivati ad occupare tre istituti a Santiago del Cile.
Il Governo cileno ha disposto lo sgombero delle scuole ad opera dei Carabineros che nell'occasione hanno arrestato 139 persone per occupazione abusiva, interruzione di pubblico servizio, fortunatamente non si sono verificati scontri durante le operazioni di sgombero anche se le forze dell'ordine sono state duramente contestate da studenti e comuni cittadini.

La risposta agli sgomberi da parte del movimento studentesco è stato immediato; sono state proclamate tre settimane di manifestazioni ed azioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dell'educazione gratuita, di qualità e la fine del mercato dell’educazione in Cile.

Il 28 di agosto si sono svolte numerose ed imponenti manifestazioni organizzate dalla Confederazione di Studenti del Cile (Confech), dall'Assemblea di Coordinamento degli Studenti delle scuole Superiori (Aces), e dal Coordinamento Nazionale degli Studenti delle scuole Superiori(Cones) a cui ha aderito il Collegio dei Professori ed il sindacato Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT).
I carabineros che sono intervenuti per vigilare sulle manifestazioni non erano in assetto anti sommossa "per evitare di essere accusati di provocare i manifestanti", secondo la dichiarazione del generale Luis Valdés, dato che in alcune precedenti cortei vi erano stati scontri provocati, secondo le testimonianze dei manifestanti e dei giornalisti, dall'intervento delle forze dell'ordine.

giovedì 4 ottobre 2012

Colombia: ancora in pericolo le popolazioni Nasa


All'inizio del mese di luglio 2012 circa 750 persone della comunità indigena dei Nasa del Nord del Cauca, Colombia,
sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e terre, tutelati da leggi nazionali ed accorti internazionali, a causa dei sempre più numerosi e frequenti scontri tra FARC ed esercito colombiano.

La Guardia Nasa (armata solo di un bastone colorato) ha da sempre utilizzato il dialogo, il rispetto e la non violenza per far rispettare i propri territori ancestrali da parte dei guerriglieri FARC ma la presenza dell'esercito nei villaggi degli Indio ha di fatto militarizzato i propri territori ed allargato l'area del conflitto rendendo vana ogni forma di dialogo che la Gurdia era riuscita ad instaurare con le FARC.

Per questo motivo il popolo Nasa ha chiesto e chiede a gran voce il ritiro delle truppe al presidente colombiano, Juan Manuel Santos, che ha addirittura visitato l'area di Toribio (centro delle terre ancestrali Nasa) ed ha ammesso la grave e pericolosa situazione di Toribio ma non ha voluto ascoltare le richieste per la smilitarizzazione dell'area. 
Dopo questo rifiuto la popolazione Indio si è rivolta alla comunità internazionale che ha risposto nominando come mediatore presso Palazzo Narino l'ex magistrato spagnolo ed attuale membro del Tribunale internazionale dell’Aja Baltazar Garzón.

Il portavoce dell'associazione indigena Acin, che si batte da sempre per difendere le terre ancestrali dei Nasa e la loro incolumità, ha commentato così l'emergenza che stanno vivendo: "Non accetteremo mai che i militari invadano i nostri villaggi. Averli nelle nostre strade e nelle nostre piazze significa portarsi la guerra in casa. Siamo stanchi. E sia chiaro che non condividiamo nemmeno il modus operandi delle Farc che, scendendo nei nostri villaggi pretendono che ci disperdiamo per avere campo libero contro i militari. Non resteremo a mani in mano a guardare le due parti in lotta che rovinano il nostro territorio e i nostri progetti di vita. Marceremo in lungo e largo ovunque si schiereranno gli attori armati per dire loro che non li vogliamo, che se ne devono andare, che devono lasciarci vivere in pace. E se resteremo uniti, ce la faremo".

Il video di questo link testimonia ciò che sta accadendo alle popolazioni Nasa 

martedì 18 settembre 2012

Venezuela entra ufficialmente nel Mercosur


Il 2 luglio 2012 i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile e Uruguay, non il Paraguay perché sospeso a causa del golpe che ha destituito il presidente Lugo) hanno ratificato l'ammissione del Venezuela al Mercato Comune dell’America del Sud.
La decisione dei presidenti di Argentina, Brasile e Uruguay durante la Cumbre di Mendoza è stata unanime perché il Venezuela ha tutte le caratteristiche richieste dai trattati del Mercosur e dalle varie legislazioni nazionali dei paesi membri.
Oggi che il Paraguay è sospeso, a causa del golpe che ha destituito il Presidente legittimamente eletto, Hugo Chavez incassa questa importante vittoria attesa per ben 6 anni; l'attesa iniziò nel 2006 qunado il Venezuela aveva già tutti i recuisiti necessari per divenire membro del Mercosur ma le votazioni del Parlamento paraguaiano non hanno mai trovato il numero legale per la firma del protocollo. 

L'ufficialità dell'ingresso del Venezuela come membro plenario del Mercosur è stata ufficializzata il 31 luglio durante la cerimonia formale di Rio de Janeiro in cui José Pepe Mujica, presidente Uruguaiano, ha dato il benvenuto alla Repubbica Bolivariana.

venerdì 7 settembre 2012

Conga: scontri tra manifestati e polizia


All'inizio di luglio 2012 in Perù vi sono state nuove e forti proteste contro il progetto Conga voluto e finanziato dalla società statunitense Newmont e dalla peruviana Buenaventura; i manifestanti continuano a sostenere, con studi autorevoli, che il progetto devasterà le riserve di acqua del Paese oltre ad inquinare irreparabilmente le aree limitrofe alla miniera.

Il progetto Conga, se verrà autorizzato definitivamente, sarà la più grande miniera d’oro dell’America ed estrarrà oro e rame, si estenderà per 2000 ettari e distruggerà circa 34 ettari di lagune alto-andine ed il loro ecosistema che si integra con agricoltura, allevamento e turismo.

Le manifestazioni di protesta sono sfociate in violenze a causa delle dichiarazioni in sostegno del progetto del Sindaco di Celedin; numerose persone che manifestavano hanno attaccato gli edifici governativi della città e negli scontri con le forze dell'ordine sono morti tre manifestanti ed il governo peruviano ha dichiarato 30 giorni di stato di emergenza nelle province Celendin, Hualgayoc e Cajamarca. 
Lo stato di emergenza era già stato utilizzato nel dicembre 2011 a Cajamarca durante le proteste sempre più partecipate dalla popolazione locale (Mobilitazioni contro la miniera di Conga) che intimorirono le autorità le quali decisero di sospendere temporaneamente le attività della Newmont.

venerdì 31 agosto 2012

Argentina: Videla ed altri gerarchi condannati per la sparizione dei figli delle desaparecidas


Il 5 luglio 2012 si è concluso il processo contro l’ex dittatore argentino Jorge Videla che lo vedeva imputato  per aver rapito i neonati delle donne o coppie di desaparecidos.
Il Tribunal Oral Federal 6 lo ha riconosciuto colpevole, stabilendo che è esistita una "pratica sistematica ed incontrovertibile" di appropriazione dei figli delle donne sequestrate che al momento del sequestro erano incinta, e lo ha condannato a 50 anni di reclusione.

La presidentessa del Tribunal Oral Federal 6, María del Carmen Roqueta, ha dichiarato che non è stata accettata l'istanza di prescrizione della difesa perché "i fatti giudicati sono di lesa umanità e messi in atto attraverso una pratica sistematica e generalizzata di sottrazione, sequestro e occultamento di minorenni. Il tutto è stato fatto alterando o sopprimendo le loro identità e sequestrando, detenendo, facendo sparire o uccidendo le loro madri, in un piano generale di annichilimento che ha riguardato una buona parte della popolazione civile. Il tutto con il pretesto di combattere la sovversione e usando metodi terroristici di Stato dal 1976 al 1983”.

E' stato condannato anche l'ex-dittatore, Reynaldo Bignone, a 15 anni di reclusione per 31 casi di sparizione di figli di desaparecidos e per aver ordinato la distruzione dei documenti in cui erano numerose prove che dimostravano la sistematica repressione di ogni forma di dissenso verso il regime argentino. 
Inoltre sono stati condannati l’ex vice-almirante Antonio Vañek a 40 anni, l’ex capo del Grupo de Tareas de la Escuela de Mecánica de la Armada (Esma) Jorge Acosta a 30 anni, l’ex capo del Campo de Mayo Santiago Omar Riveros a 20 anni, Víctor Gallo a 15, Juan Antonio Azic a 14, Jorge Magnacco a 15 e Susana Colombo a 5 anni sempre per i medesimi capi di imputazione di Jorge Videla.

Il processo è nato grazie alla forza di volontà delle Abuelas de Plaza de Mayo che hanno scoperto e denunciato questi crimini; inoltre sono riuscite a ridare la vera identità a 25 dei 35 casi sui quali inizialmente era stato istruito il processo ed a cui, successivamente, se ne sono aggiunti altri 400 circa tra i quali figura il nipote di Estela de Carlotto (presidentessa delle Abuelas de Plaza de Mayo).

Paraguay: destituito il Presidente Lugo/2


Molti analisti politici concordano che le votazioni svolte nei due rami del parlamento paraguayano hanno portato praticamente ad un golpe bianco dove i militari non sono scesi per le vie ma sono stati gli esponenti politici ad orchestrare la caduta del Presidente Lugo.  

Anche Lugo ha definito, in un'intervista rilasciata a Telesur, la scelta del Congresso paraguayano come "un colpo di Stato 'express', perché hanno preso le decisioni tra la notte e la mattina [...] Le azioni dell’opposizione sono anticostituzionali perché non rispettano le leggi”. 
L'ex-presidente ha continuato rivolgendo un caloroso ringraziamento "alla grande resistenza del popolo del Paraguay che manifestando ha evidenziato l’interesse per la democrazia e lo Stato di diritto" ha poi aggiunto: "I leader dei partiti politici che rappresentano le classi privilegiate hanno voluto allontanarmi dalla presidenza del Paese perché si sono resi conto che la politica pubblica e sociale ha reso popolare il mio governo[...] Mi auguro che Federico Franco non possa reprimere cittadini pacifici che manifestano".

Oltre a queste considerazioni ed analisi politiche con i giorni che passano trapelano anche altre notizie ed indiscrezioni le quali vedrebbero, dietro la destituzione del Presidente, un opera attuata dell'opposizione politica figlia della dittatura.  
Questa teoria viene suffragata da un documento proveniente dall’ambasciata statunitense in Paraguay, datato 28 marzo 2009, in cui si afferma che alcuni politici dell’opposizione stessero preparando le mosse per l'impeachment nel caso in cui Lugo avesse commesso alcuni errori.
L'informativa dell'Ambasciata USA in cui si legge "Ci sono rumori persistenti secondo cui l’ex generale Lino Oviedo e l’ex presidente Duarte sono al lavoro per riprendere il potere politico per vie legali, fatto che causerebbe la caduta di Lugo."; Lino Oviedo è alla guida del partito Union Nacional de Colorados Eticos.

Oggi nel Paraguay vivono due anime ben distinte; una è rappresentata dal popolo il cui voto, nel 2008, ha provato ad estromettere dal potere la vecchia oligarchia del Partito Colorado legata alla lunghissima dittatura di Alfredo Stroessner Matiauda (1954 - 1989) e l'altra è formata proprio dai politici del Partito Colorado che oggi hanno compiuto un nuovo colpo di Stato.

venerdì 24 agosto 2012

Paraguay: destituito il Presidente Lugo


Il 23 giugno 2012 Fernando Lugo il Senato del Paraguay lo ha destituito dalla presidenza con l’accusa di "inettitudine e mancanza di decoro". La presidenza è stata affidata al ex-vicepresidente Federico Franco (Partito Liberale).

La destituzione nasce da una gestione poco oculata della protesta ed occupazione da parte di 150 contadini della fattoria dell’ex senatore Blad Riquelme (avversario politico di Lugo) che rivendicavano il loro diritto a lavorare la terra. I Campesinos che protestavano si sono scontrati con circa 300 agenti delle forze dell'ordine ed il bilancio dello scontro è di 6 poliziotti e 11 campesinos morti.
Ad accendere ancora di più gli animi dei partiti che osteggiavano Lugo sono arrivate anche le affermazioni, false, del ex senatore che sosteneva l'esistenza di gruppi di guerriglieri dell’Epp (Ejercito del Pueblo Paragauyo) tra le fila dei campesinos.

Alla notizia dell'esito della votazione del senato molti sostenitori del ex-presidente sono scesi in piazza per manifestare il loro appoggio a Lugo ed in alcune città, specialmente nella Piazza delle Armi di Assuncion, ci sono stati anche scontri con la polizia che fortunatamente non hanno provocato vittime.

Una volta ufficializzata la destituzione di Lugo il ministro per l’Adolescenza e l’Infanzia, Liz Torres, ha deciso di dimettersi ed ha dichiarato: "Tenendo conto che sono stata chiamata a far parte di un progetto per il Paese che tenesse in considerazione la giustizia e la tolleranza, e che ha sempre voluto radicare nella società i principi di giustizia sociale e democrazia, ritengo imprescindibile la mia rinuncia all’incarico". Insieme a Liz Torres ha deciso di dimettersi Esperanza Martinez, ministro della Salute Pubblica.

La reazione dei Paesi dell’Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) dopo la votazione del Senato paraguayano è stata immediata ed hanno espresso la loro "energica condanna alla rottura dell’ordine democratico del Paraguay"; inoltre, si legge nel comunicato "le cancellerie aderenti all’Unasur riaffermano che è imprescindibile il rispetto delle clausole democratiche votate dal Mercosur, Unsasur e dal Celac. Le cancellerie considerano che le azioni in corso in Paraguay potrebbero essere comprese negli articoli 1, 5 e 6 del Protocollo Addizionale del Trattato Costitutivo dell’Unasur sull’impegno per la democrazia, fatto che potrebbe configurare una minaccia all’ordine democratico, omettendo il rispetto al giusto processo. I Governi dell’Unasur valuteranno quale sia la misura più appropriata per continuare la cooperazione nel quadro dell’integrazione sudamericana”.
Ma le reazioni dei paesi confinanti non non si sono fermate alla presa di posizione dell'Unasur così Ecuador,  Bolivia, Argentina e Brasile hanno deciso di non riconoscere il nuovo governo.

venerdì 10 agosto 2012

Le miniere del Chiapas


Nel Chiapas (regione nel sud del Messico al confine con il Guatemala) le popolazioni indigene sono in costante difficoltà a causa delle pesanti discriminazioni che subiscono dal governo messicano e per le numerose azioni ostili che il loro territorio subisce da parte delle multinazionali che mirano allo sfruttamento delle risorse naturali presenti.

Dall'inizio del 2012 nel centro del Chiapas alcune aziende messicane e la multinazionale canadese Black Fire stanno lavorando giorno e notte nell'esplorazione di acune aree montane; sembra che abbiano la solo autorizzazione statale e non quella delle popolazioni locali che non sono mai state interpellate come prevede la legge messicana. 
Vi sono anche altri interventi di scavo nel sud della regione, che vedono protagonista la società canadese Black Fire, ma sembrano abusivi dato che non vi è traccia di alcuna concessione.
Alcune testimonianze raccolte nella regione raccontano che le aziende "convincono i piccoli proprietari terrieri a vendere, offrendo in cambio infrastrutture, di cui nella zona c’è forte bisogno. Ma sappiamo bene che che questi scambi sono solo un pretesto per inserirsi nell’ambiente e avere la possibilità di ottenere dallo Stato del Chiapas concessioni per lo sfruttamento minerario".
Inoltre le esplorazioni e gli scavi sono molto inquinanti per i fiumi e le falde dato che i materiali estratti vengolo lavati con solventi o con cianuro.

Ad oggi gli abitanti delle aree interessate non sono stati ancora interpellati sulle concessioni minerarie e la loro protesta viene fatta cadere nel vuoto dallo Stato.

venerdì 3 agosto 2012

Brasile: il 27° rapporto sui conflitti agrari


La Commissione Pastorale della Terra (Cpt) ha reso noto a metà maggio 2012 il suo nuovo rapporto, oramai per il 27° anno, sullo stato dei "conflitti agrari" in Brasile. 
I rapporti pubblicati analizzano la situazione dei conflitti che si generano tra grandi proprietari terrieri e campesinos oppure le minacce, e non solo, che le comunità indio subiscono. 
Sono compresi anche i cosiddetti "conflitti della terra" comprendono le espulsioni, gli sfollamenti, la distruzione delle abitazioni o di altri beni, le minacce dei pistoleiros. 
Inoltre il rapporto del Cpt dedica una sezione anche alle lotte che i contadini o gli indio hanno intrapreso per il recupero delle loro terre.
I dati raccolti nel 2011 e da poco pubblicati sono molto preoccupanti.

I conflitti per la proprietà della terra sono passati da 835 nel 2010 al 1035 nel 2011; sono cresciute le persone che sono state coinvolte negli scontri hanno superato le 600.000 unità con le regioni del nord est del paese che hanno avuto una crescita notevole degli scontri.
Le occupazioni dei senza terra o delle popolazioni indigene hanno avuto un incremento del 11% percento così come sono cresciute del 75% il numero delle famiglie espulse.

Sono molto preoccupanti i dati che vedono le numerose minacce dai pistoleiros contro campesinos o indio e soprattutto è preoccupante il fatto che gli interessi dei grandi latifondisti riescano a scacciare o rubare terre con la violenza o con le minacce senza che lo Stato riesca a garantire i diritti dei più deboli.
Lo Stato non riesce a salvaguardare i più deboli perché è e resta corrotto; le parole del professor Carlos Walter Porto Gonçalves spiegano perfettamente la situazione: "Questi dati ci confermano scientificamente il carattere della Giustizia in Brasile: il potere pubblico agisce solo contro i movimenti sociali in lotta per la terra, ma resta indifferente di fronte agli abusi del potere privato”.

venerdì 27 luglio 2012

Perù: Indio incontattati in pericolo


L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla tutela degli Indiani incontattati sostiene il diritto delle tribù di rimanere isolate. Queste nuove indicazioni del ONU indicano chiaramente che le terre delle tribù incontattate "dovrebbero essere inviolabili e che al loro interno non dovrebbero essere accordati diritti che implichino l’utilizzo di risorse naturali".

Sfortunatamente in Perù il governo guidato da Ollanta Humala Tasso avvalla uno dei maggiori piani di sfruttamento del gas del paese permettendo di esplorare anche le aree abitate da indio che mai sono stati in contatto con altre culture.
Questo progetto ha il nome Camisea ed è fortemente voluto dalla società argentino Pluspetrol dalla statunitense Hunt Oil e dalla spagnola Repsol, già sotto accusa per la violazione dei diritti degli indio.

Già negli anni '80 vi furono dammatiche conseguenze per l'eplorazione incontrollata del sottosuolo. Si ricorda quella effettuata dalla Shell che si spinse in aree dove viveva la tribù Nahua che mai era stata a contatto con altre culture; a causa delle malattie portate dagli operai metà della popolazione Nahua fu uccisa.
ancora oggi i sopravvissuti che abitano quelle aree affermano che "Le compagnie non dovrebbe essere più qui (area dove si dovrebbe sviluppare il progetto Camisea). Continuiamo a sentire gli elicotteri. I nostri animali se ne sono andati tutti, non c’è più pesce. Non vogliamo la compagnia!!".

Ollanta Humala durante la sua corsa alla presidenza del Perù si eresse a difensore dei diritti dei popoli indio e promise nuove leggi e tutele per queste popolazioni ma oggi con le scelte del suo governo sembra che i diritti dei popoli indigeni non siano più una sua priorità o meglio non sono più utili alla sua causa.

venerdì 20 luglio 2012

Guatemala: arrestato Montt


L'ex dittatore ed oramai generale in pensione, Efraín Ríos Montt, è stato posto agli arresti domiciliari il 22 maggio 2012 con l'accusa di crimini contro l'umanità.
I fatti risalgono al 7 dicembre 1982 quando le forze speciali guatemalteche, chiamate Kaibiles, irruppero a Dos Erres alla ricerca di armi (sottratte alle forza armate alcuni giorni prima) che secondo le loro informazioni i guerriglieri avevano nascosto con la complicità della popolazione del villaggio. Le forze speciali stuprarono e uccisero donne e ragazze; uccisero uomini e bambini ed alla fine si contarono 201 corpi e centinaia di persone furono costrette ad abbandonare il villaggio. I corpi furono gettati in un pozzo e solo negli anni '90 furono esumati e dopo con alcune ricerche fu stabilito 67 corpi erano di bambini con meno di 12 anni.

Montt entro tre mesi sarà rinviato a giudizio dal tribunale Guatemalteco o sarà prosciolto; ma intanto 
non ha più l'immunità di parlamentare perché nelle elezioni del 2011 non è stato rieletto e così già nel gennaio 2012 è stato istruito un processo contro di lui ed altri ex capi militari che li vede imputati del reato di genocidio di 1771 indigeni ed anche della migrazione forzata di altri 29.000 indio.
Per quest'ultimo procedimento gli avvocati del dittatore Montt hanno provato ad estendere la validità dell'amnistia varata tra il 1982 ed il 1983 e cercando di negare l'esistenza di genocidi durante il periodo della guerra civile. Le ragioni della difesa non sono state accolte dal giudice, Carol Flores, che sta procedendo con il processo per genocidio e delitti di lesa umanità.

venerdì 13 luglio 2012

Cuba e la ricerca scientifica


Cuba da molti anni ha investito ingenti capitali sulla formazione e la ricerca scientifica per riuscire a creare o riprodurre farmici che il bloqueo non gli permetteva di importare.
Nel maggio 2012 il direttore el Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología, Gerardo Guillén, ha reso pubblica la scoperta di un farmaco (HeBerprot) che permette di evitare l'amputazione degli arti inferiori nei pazienti diabetici.

Guillén sottolinea il fatto che la scoperta di questo farmaco, unico nel suo genere, "rompe il paradigma che riguarda le scoperte di nuovi farmaci sono ottenute solo e soltanto nei paesi sviluppati".
Il farmaco brevettato dal paese caraibico sarà disponibile in ogni paese in cui non è valido il bloqueo, mentre negli USA la vendita sarà impossibile anche sed ogni anno vengono praticate più di 80.000 amputazioni a pazienti diabetici.

La ricerca a Cuba è in piena attività e sono stati fatti grandi passi avanti contro Aids ed il cancro; per esempio vengono sperimentati due farmaco uno denominato Vidatox, studiato sulla base del veleno di uno scorpione, ed il secondo denominato CimaVax che dovrebbero combattere il cacnro al polmone. Per quanto riguarda Aids entro il 2012 inizierà al fase di sperimentazione di una terapia innovativa.

venerdì 6 luglio 2012

In marcia "per la vita e la difesa delle risorse naturali"


Si è svolta nel mese di marzo in Ecuador la marcia "per la vita e la difesa delle risorse naturali" voluta dal movimento indigeno Conaie ed iniziata con la cerimonia propiziatoria nel fiume Chuchumbletza.

La marcia fa parte della mobilitazione nazionale per chiedere al governo del presidente Correa una giusta redistribuzione delle terre improduttive, il blocco dello sfruttamento intensivo delle risorse minerarie ed un nuovo piano energetico nazionale.

L'economia del Ecuador dipende strettamente dalle risorse del sottosuolo come il petrolio, il gas ed i metalli e grazie a queste ricchezze ed alla rinegoziazione delle concessioni minerarie il governo ecuadoriano è riuscito, in soli cinque anni, a ridurre la povertà di circa il 10%, moltiplicato i finanziamenti per la sanità e l'ducazione e salute, aumentato del 10% il numero degli occupati che nel 2011 si è tradotto in una crescita di pil del 8%.
La mobilitazione popolare cerca di spostare l'attenzione sul rispetto della madre terra, del buen vivir, invece di continuare ad incrementare lo sfruttamento delle risorse naturali per lo sviluppo economico del paese come invece sostiene il governo. 
A tal proposito il 5 marzo 2012 il governo Correa ha concesso alla società cinese EcuaCorriente la possibilità di estrarre rame per un periodo di 25 anni in miniere situate all’interno della cordigliera del Condor, una delel aree più ricche di biodiversità del continente.
La concessione mineraria porterà nelle casse Ecuadoriane circa 4,5 miliardi di dollari che farranno sicuramente dimenticare quanto sia inquinante l’estrazione del rame, ma nache come il diritto di consultazione delle comunutà indigine non debba essere rispettato ed infine questo denaro riesce a far ignorare gli ammonimenti della Corte dei Conti diciassette irregolarità presenti nella concessione mineraria tra rischi ambientali e violazioni procedurali.

Lo sviluppo del Ecuador deve andare avanti anche se per gli ecuadoriani non arriverà il progresso.

venerdì 29 giugno 2012

Argentina privatizza Ypf


Il 4 maggio 2012 i due rami del parlamento Argentino hanno approvato la nazionalizzazione della compagnia petrolifera Ypf di proprietà della spagnola Repsol dal 1990.

La naziolizzazione della compagnia petrolifera nasce nel marzo 2012 quando la presidenta Cristina Fernandez de Kirchner lanciò l'idea di riprendere anche parzialmente il controllo della compagnia Ypf perché i benefici sia economici che sociali sono sempre approdati altrove anche se esistevano precisi accordi tra Repsol ed il Governo Argentino per il reinvestimento di una parte degli utili.

Repsol non ha mai rispettato i piani di investimento ma, per molti anni, ha sempre e soltanto rinnovato le promesse; solo dopo che i governatori di Chubut e Santa Cruz (Argentina: Revocate le concessioni a Repsol) avevano revocato le concessioni per l'espolorazione del sottosuolo e la relativa estrazione del greggio Repsol ha reso pubblico un piano di sviluppo in cui avrebbe investito circa 3 miliardi di euro entro il 2017.

A dimostrare che Repsol depredava solamente le risorse naturali del paese come il gas ed il petrolio vi sono le emergenze "freddo" che si verificavano ogni inverno a causa del deficit energetico per la mancanza di gas. Fatto molto strano dato che la Patagonia argentina è ricca di gas che però invece di essere utilizzato/lavorato in Argentina veniva esportato in Bolivia a causa del deficit di infrastrutturale del paese.
Questa carenza doveva essere colmata negli anni successivi all'acquisizione di Ypf da parte di Repsol. La società spagnola riuscì ad acquistare Ypf grazie alla fase di svendita delle aziende pubbliche argentine che avvenne durante la presidenza di Carlos Menen. 

La nazionalizzazione della Ypf segue, seppur a distanza di alcuni anni, quella della compagnia di bandiera Aereolina Argentinas ma oltre ad avere un valore simbolico ed economico quest'ultima nazionalizzazione, fortemente voluta dalla presidenta Cristina Fernandez Kirchner, mira a dare all'Argentina l’autosufficienza energetica ed a reinvestire i ricavi della vendita del gas nella società che fino ad ora non ne ha mai tratto beneficio dalle ricchezze del proprio Paese.

venerdì 22 giugno 2012

Cile: la lotta studentesca da i primi frutti?


Il 25 aprile in Cile gli studenti hanno nuovamente manifestato lungo le strade di Santiago del Cile per chiedere un miglioramento repentino del sistema educativo cileno. 
La manifestazione si è svolta anche se il governo aveva annunciato una nuova legge per garantire l'apporto di un contributo statale alle spese universitarie.

Con questo nuova legge il governo elimina contestato Credito con l’avallo statale (Cae) con il quale gli studenti, che non potevano permettersi le spropositate rette universitarie,  chiedevano un prestito alle banche che elargivano prestiti, ad interessi altissimi, per far fronte alle rette. Dati i tassi d'interesse esorbitanti la maggior parte degli studenti ha impiegato molti anni dopo laurea por onorarli.
Inoltre le rette alte ed gli elevati interessi dei Cae di fatto precludevano ai giovani l'accesso all'università; in questo modo il sistema scolastico cileno effettuava una prima selezione per le future classi dirigenti. 
Con questa modifica sarà lo Stato a coprire le spese degli studenti per i corsi universitari, inoltre sono stati aumentati i fondi per le borse di studio ed infine i tassi di interesse dei Cae già concessi sono stati abbassati.

giovedì 14 giugno 2012

Brasile: Belo Monte si farà?


Il governo brasiliano guidato da Dilma Rousseff sembra che alla fine di gennaio 2012 abbia deciso di non dare ascolto alle numerosissime ed accorate proteste contro la costruzione della diga di Belo Monte che sorgerà sul fiume Xingu.
Sembra che il Governo abbia ribaltato la decisione del giudice Carlos Eduardo Martins che nell'ottobre 2011 aveva bloccato i lavori perché la costruzione delle dighe avrebbe  danneggiato la popolazione

Belo Monte, se si costruirà, alla fine della sua costruzione sarà al terza diga più grande al mondo costringerà ad abbandonare le proprie terre a circa 25.000 abitanti dello stato brasiliano del Parà tra le quali molte tribù indigene ed alcune non ancora contattate (Kayapò e Paquicamba) che rischieranno l’estinzione.

Il Brasile sembra abbia scelto di inondare circa il 5% dell'intera foresta amazzonica per riuscire a soddisfare il fabbisogno energetico del paese, che secondo alcuni studi, nel 2021 sarà di  736000 gigawattora.
La centrale avrà una potenza di 11500 megawatt di potenza massima; ma in estate potrà erogare solo il 40% del suo potenziale a causa del flusso idrico che in quessta stagione passa da ventimila metri cubi al secondo, del periodo delle piogge, a circa mille. Per questo motivo sarà necessario costruire altri invasi più a monte che riescano a regolare il flusso delle acque e così il costo ambientale sarà ancora più alto.

venerdì 8 giugno 2012

Cile: HidroAysén si farà


Il folle progetto che prevede la costruzione di cinque dighe sui fiumi Pascua e Baker nella Patagonia del sud cilena (HidroAysén) ha avuto l'approvazione della Corte Suprema del Cile che ha respinto il ricorso presentato da numerose associazioni ecologiste che hanno dimostrato con approfonditi studi scientifici come la costruzione di questi cinque enormi invasi distruggeranno l’ecosistema regionale composto da ghiacciai, montagne e laghi. 
Il progetto HidroAysén sarà costruito dalla spagnola Endesa, controllata dal Enel, e dalla cilena Colbún festeggiano la vittoria mentre il Parco nazionale della Laguna de San Rafael sarà distrutto ed altri danni ambientali lacereranno per oltre duemila chilometri a causa l'impianto dei tralicci che dovranno trasportare dell'energia fino ai distretti industriali del nord del Cile.

Dopo il via libera della Corte Suprema al progetto HidroAysén per divenire operativo manca soltanto l'approvazione del Governo cileno, puramente formale, dato che tutto il parlamento da destra a sinistra ritiene il progetto di vitale importanza per il paese.

Lo Stato cileno ha tenuto conto solo della necessità di reperire nuova energia elettrica per far fronte alle crescente domanda delle industrie del Paese, che cresce ad un tasso del 4% l'anno, invece di ascoltare il 74% della popolazione che si è dichiarata contraria al progetto HidroAysén. 
L'ultima possibilità per bloccare la costruzione delle cinque dighe è nel ricorso depositato dal Consejo de defensa de la Patagonia Chilena contro il giudizio Corte Suprema del Cile che sarebbe stato viziato dagli interessi da un magistrato, Pedro Pierry, azionista di Endesa.


venerdì 1 giugno 2012

Perù: varata legge contro i minatori abusivi


Il governo peruviano nel febbraio 2012 ha varato una legge che persegue i minatori abusi con aspre multe ed addirittura il carcere. 
La pratica illegale di questi minatori ha già distrutto negli anni circa seimila ettari di foresta, ad un ritto di circa quattrocento ettari l'anno, inquinato numerosi fiumi con la relativa distruzione della flora e della fauna sia acquatica che terrestre. 
Oltre al danno ambientale vi è anche quello sociale perché queste persone e le loro famiglie vivono in condizioni igieniche pessime e senza nessuna elementare norma di sicurezza durante gli scavi.

I minatori che si oppongono alla legge hanno inscenato blocchi ed alcune manifestazioni a Madre de Dios (una delle regioni dove si ha il più alto numero di minatori abusivi) in cui si sono avuti anche alcuni scontri con la polizia il cui bilancio è stato di tre manifestanti morti e trenta feriti.

Fino ad oggi i vari governi che si sono avvicendati in Perù hanno tollerato o chiuso un occhio verso questa pratica lasciando questa parte di popolazione ai margini della società e permettendo un vero e proprio disastro ecologico. 
Oggi questa nuova legge impone pene severissime senza cercare di porre rimedio alla povertà ed all'ignoranza che ha costretto questa parte della popolazione peruviana a vivere in condizioni disperate; sembra che il governo del Perù non sia interessato a garantire un futuro dignitoso ai propri concittadini.

sabato 26 maggio 2012

Argentina: Revocate le concessioni a Repsol


I governatori di Chubut e Santa Cruz in Argentina hanno revocato le concessioni petrolifere alla compagnia spagnola Repsol per gravi violazioni degli accordi per quanto riguarda la conservazione ambientale e gli investimenti accessori all'estrazione del petrolio.
Repsol nega ogni violazione a loro carico ed afferma che la diminuzione degli investimenti sono causati dalla diminuzione della produzione di greggio a causa della crisi economica mondiale.

La legge utilizzata dai due governatori è quella del Ofepphi (Organizzazione federale delle Province produttrici di Idrocarburi) che permette la revoca delle concessioni minerarie e petrolifere mettendo l'accento sugli interessi nazionali rispetto a quelli delle compagnie minerarie e petrolifere. In 90 giorni dalla messa in atto della legge i diritti sulle risorse del sottosuolo tornano a completa disposizione delle amministrazioni locali.

Il governatore di Santa Cruz, Daniel Peralta, ha affermato: "E’ ora di dire basta alle direttive che giungono dalla Spagna mirate ad ottenere il petrolio della Patagonia [...] L’applicazione della legge è necessaria per difendere le risorse naturali e l’identità delle due regioni interessate".

domenica 20 maggio 2012

Colombia: un nuovo disastro sociale ed ambientale


Nella provincia di Huila (Colombia) nel 2008 sono iniziate le trattative tra lo Stato colombiano e la società Emgesa, una compartecipata Enel tramite Endesa, per la costruzione di una diga. Le trattative hanno portato a porre la prima pietra all'inizio del 2011 per costruire una diga lunga 635 metri che creerà un invaso artificiale di 8300 ettati e che dovrebbe fornire circa 8% del fabbisogno energetico della Colombia fino al 2035.

Lo sbarramento dei fiumi Magdalena e Paez modificherà irreparabilmente l'ecosistema delle valli e la vita di tutti gli abitanti che popolano l'area.
La costruzione della diga per la popolazione locale significa sradicamento dalla terra nella quale vivono da sempre e povertà; per opporsi a questo tetro futuro la popolazione da più di un anno si è mobilitata formando un comitato per organizzare la resistenza pacifica. 
Sono state organizzate marce, proteste, raccolta di firme ma per adesso non sono servite amolto dato che il governo ha iniziato ad espropriare le terre. Ad oggi ne hanno fatto le spese circa novecento le famiglie che sono state sfollate a causa dell'apertura dei primi cantieri, protetti dalle armi dell’esercito colombiano, e 25 aziende di caffè hanno dovuto chiudere i battenti.

Le popolazioni indigene che abitano l'area hanno cercato di incontrare le imprese costruttrici  sfruttando la Convenzione 169 dell’Ilo e ratificata dalla Colombia nel 1989 in cui si riconoscono i diritti ancestrali degli indio sui loro territori ed inoltre obbliga il Governo a interpellarli prima di ogni intervento sul loro territorio.
La risposta del Governo è stata quella di autorizzare l'uso della forza per far sgomberare le aree interessate dalla progetto.
Un portavoce del comitato popolare ha dichiarato: "L’unica risposta alla resistenza e disobbedienza civile non violenta guidata da Asoquimbo è stato il brutale sfollamento ordinato dal Governo Santos nei giorni 14 e 15 febbraio. Sono stati cacciati tutti gli abitanti dei villaggi nati decine di anni fa sulle rive del Magdalena, nonostante siano protette dalla Legge 1242 del 2008, che stabilisce come i trenta metri lungo ogni lato di un corso d’acqua sia un bene di uso pubblico, inalienabile, imprescrittibile e intoccabile. Il violento blitz è stato concordato dal Governo e dalla Emgesa contro contadini e pescatori inermi che vogliono soltanto difendere il fiume, loro fonte di vita. Per sfuggire alla retata e ai lacrimogeni qualcuno si è persino buttato in acqua. Ma i colpi lanciati a salve hanno ferito molta gente. Nonostante tutto continueremo a resistere e non cederemo. Difenderemo il nostro territorio, il Magdalena e la dignità di noi cittadini aggrediti dallo sfollamento di stato criminale e dalla Emgesa".

lunedì 14 maggio 2012

Assolto Alfonso Podlech


La Prima Corte d’Assise di Roma presieduta da Anna Argento, ha assolto Alfonso Podlech per l'imputazione di strage, da quello di sequestro di persona perché il reato è prescritto e dall’omicidio per insufficienza di prove. 

Alfonso Podlech è un ex procuratore militare cileno che secondo numerose e dettagliate testimonianze avrebbe sequestrato e poi fatto scomparire Omar Venturelli, sacerdote di origini italiane che fu anche sospeso “a divinis” dalla Chiesa per le sue battaglie a favore dei nativi cileni. Il sacerdote venne sequestrato, torturato e fatto scomparire dal carcere di Temuco il 4 ottobre del 1973, poche settimane dopo il colpo di stato di Pinochet, perché militante nel gruppo Cristiani per il socialismo; dal giorno dal 4 ottobre 1973 risulta Venturelli desaparecidos.

La sentenza del tribunale italiano è stata dichiarata inaccettabile dai familiari delle vittime e la Procura della Repubblica ha presentato, in clamoroso ritardo di due giorni, il ricorso per il processo di Appello che stando ai fatti non sarà istruito.
Grazie a questo banale ritardo ed alla sentenza che non ha tenuto conto delle numerose prove e testimonianze a carico di Podlech che rimarrà impunito.

mercoledì 9 maggio 2012

Nessuna amnistia per Jose Efrain Rios Montt


La Corte suprema del Guatemala  ha dichiarato inammissibile la richiesta di amnistia, presentata sottoforma di pestizione popolare, per i reati di genocidio nei confronti del popolo Ixil per perpetrati dall’ex dittatore Jose Efrain Rios Montt.

Nella sentenza del giudice Miguel Ángel Gálvez si legge che la richiesta è stata respinta per ché "l'amnistia è una misura inapplicabile in caso di reato di genocidio [...] Il genocidio è un crimine internazionale, e la Ley Nacional de Reconciliación (del 1997) non concede questo privilegio all’imputato". 
Gli avvocati dell’ex dittatore Jose Efrain Rios Montt hanno sostenuto la richiesta di amnistia appellandosi ad un decreto del 1986, che secondo loro è ancora in vigore, promulgato dal presidente Óscar Humberto Mejía Víctores (1983-1986) che prevede l’amnistia per coloro che avevano combattuto durante la guerra civile e si erano macchiati di reati politici e comuni compresi tra il 23 marzo del 1983 e il 14 gennaio 1986.

Ríos Montt è accusato di aver pianificato, ordinato e diretto il piano Tierra Arrasada che aveva lo scopo di eliminare qualsiasi tipo di appoggio che la popolazione avrebbe potuto offrire alla resistenza armata nello scontro con la dittatura.
L'attuazione del piano Tierra Arrasada, secondo il dossier di 4.261 pagine redatto grazie anche ad 84 sopravvissuti ai massacri, produsse circa 30mila sfollati Ixil dalle comunità (Santa María Nebaj, Chajul y San Juan Cotzal, Quiché), l'uccisione di 1.171 indigeni in 11 stragi e la pianificazione ed attuazione di oltre 1500 stupri. 

giovedì 3 maggio 2012

Le rivelazioni di El Tuso


El Tuso, al secolo Juan Carlos Sierra, potente esponente dei paracos colombiani ed estradato negli USA ha deciso di collaborare con la giustizia statunitense in cambio protezione.
Sierra ha deciso di raccontare le strategie del Autodifese unite delle Colombia (Auc) ed i relativi i rapporti con il governo Uribe e servizi segreti colombiani (Das).

La testimonianza di El Tuso si focalizza sull'indagine avviata dalla denuncia della deputata Yidis Medina ed assegnata al giudice della Corte Suprema, Iván Velásquez, in cui si ipotizzavano strettissimi connessioni tra le alte cariche delle stato colombiano ed i gruppi paramilitari. Le testimonianze hanno portato a galla il profondo rapporto che Alvaro Uribe, tramite il fratello ed il cugino del ex-presidente, con i gruppi paramilitari. 
Inoltre si sono avuti importanti riscontri su come Uribe volesse screditare Medina insinuando  che fosse vicina alle FARC.

El Tuso racconta come l’ex presidente contattò e richiese ai capi paramilitari Ernesto Báez e Julián Bolívar, reclusi nel carcere di Itagui, di affossare il giudice Iván Velásquez e l'inchiesta, da lui diretta, incentrata sui rapporti tra paracos e politica (Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari
La testimonianza pone molta attenzione su un documento firmato da Alvaro Uribe ed alcuni capi paracos (che El Tuso recevette da Tasmania, un altro leader paramilitare) in cui si esplicitava il complotto contro Velásquez in cambio, i paramilitari, ottenevano che Tasmania fosse inserito nel progetto Giustizia e Pace (progetto eleborato da Uribe per riabilitare i paramilitari, che garantiva loro pene scontate in cambio di modeste rivelazioni).

sabato 28 aprile 2012

La contesa delle Malvinas


L'arcipelago della Malvinas è sempre più al centro di uno scontro politico tra l'Argentina e la Gran Bretagna che le occupa dal 1833; le polemiche e scontri tra i due paesi, non solo diplomatici (nel giugno 2012 ricorrerà il trentennale della guerra che vide contrapposta l'Argentina e la Gran Bretagna), si sono acuiti anche grazie alla scoperta di potenziali giacimenti pretoliferi di circa 8 miliardi di barili nel sottosuolo delle Malvinas.
Un nuovo capitolo si è aperto nella riunione dei capi di Stato del Mercosur, tenutasi il 20 dicembre 2011, è stato deciso che le imbarcazioni provenienti dalle Malvinas non potessero più attraccare nei porti dei Paesi aderenti al Mercosur.
La risposta della Gran Bretagna è stata immediata ed il primo ministro David Cameron ritiene che la decisione presa durante il summit del Mercosur è blocco economico che cerca di isolare la popolazioni dell’arcipelago; inoltre il governo britannico ha deciso, come segnale distensivo, di inviare un sottomarino nucleare per "difendere con tutti i mezzi a sua disposizione, anche quelli militari, la britannicità delle isole".

Altro aspetto, importante, del contenzioso è la richiesta della presidenta dell'Argentina alla Gran Bretagna per l'apertura di un tavolo di trattative per derimere il problema sulla giurisdizione delle isole Malvinas.
Cristina Fernandez Kirchner afferma: "Insisteremo con rigore giuridico e diplomatico all'Onu di applicare la risoluzione per l’inizio dei colloqui".

martedì 24 aprile 2012

La resistenza di Famatina


Famatina si trova in Argentina e più precisamente nel nord della provincia di La Rioja, è una comunità composta da settemila persone che protesta contro i tentativi di installazione di miniere a cielo aperto per l'estrazione dell'oro nella regione. La nuova minaccia porta la firma della multinazionale canadese Osisko Mining dopo che nel 2006 riuscirono a bloccare ed allontanare con una sommossa popolare la società Barrick Gold.

Oggi il problema si ripropone dato che il 31 agosto del 2011 il governatore Luis Beder Herrera (Herrera nella sua ultima campagna elettorale promise di bandire l'instaurazione di nuove miniere a cielo aperto) firmò un nuovo accordo con l’Osisko Mining Company in cui si concedeva lo sfruttamento minerario del monte Famatina.
Con questo nuovo accordo la popolazione ha ricominciato la lotta per difendere il proprio ambiente richiamo di numerosi turisti oltre che madre di tutti i prodotti coltivati dalla comunità locale. Il comitato locale insieme all'Università di Buenos Aires ha calcolato che ogni giorno di attività della minierà la Osisko Mining Corporation possa utilizzare circa dieci tonnellate di cianuro per separare l’oro dalla roccia, contaminando così le sorgenti della regione.

La comunità di Famatina sta resistendo contro lo sfruttamento folle ed indiscriminato del suo territorio, le loro manifestazioni sono sempre molto partecipate ed hanno contagiato anche altre comunità dell'Argentina; non è raro trovare manifestazioni di solidarietà a Buenos Aires in cui viene fatto proprio il motto della popolazione di Famatina: “si può vivere senza oro, ma non si può vivere senza acqua”.

Questo è il link al video "El Famatina No Se Toca"

venerdì 13 aprile 2012

Bolivia: Morales sconfitto al referendum


A metà ottobre 2011 si è svolto in Bolivia un referendum per eleggere 56 magistrati con un risultato deludente per la coalizione che sostiene il Presidente Evo Morale che per questa consultazione si era molto impegnata. Mentre i partiti di opposizione hanno proclamato la loro vittoria dato che avevano chiesto agli elettori di votare scheda 'nulla' o 'bianca'
Il 42% dei voti sono stati nulli, il 18% sono state schede bianche mentre i voti validi sono stati circa il 40%. 

La causa principale della battuta d'arresto della maggioranza che sostiene Evo Morales è il lungo scontro che si è consumato tra le comunità indigene ed il presidente per la costruzione della strada che avrebbe deturpato il parco di Isiboro Secure (Bolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada).
I nativi avevano manifestato il proprio dissenso con numerosi cortei ed una marcia che li avrebbe dovuti portare fino alla capitale; in queste proteste vi erano stati anche alcuni scontri a causa della repressione attuata dalla polizia. Dopo che la lunga protesta iniziata nell'estate del 2011 il presidente aveva ceduto bloccando il progetto e chiedendo perdono agli indios per le violenze commesse (link a Bolivia: Vittoria degli Indio).

La sconfitta politica di Morales è commentata in vario modo da esponenti politici e della società civile; il presidente dell'ordine del Colegio de Abogados di Cochamabmba ha affermato: "Avremmo rischiato di avere una giustizia non imparziale ma sottomessa. Questa tornata elettorale ha un grande valore politico e a mio avviso viola i principi democratici e costituzionali boliviano".
Mentre il movimento di sinistra Sin Miedo ha affermato, in un comunicato, che "il Paese si è espresso contro una gestione caratterizzata dall'autoritarismo e dall'inefficienza".

Questo referendum è un campanello di allarme per Evo Morales, forte sostenitore dell'utilità delle consultazioni popolari, perché da oggi le maggiori preoccupazioni non provengono più dall'opposizione ma dai suoi alleati e sostenitori.

sabato 7 aprile 2012

Brasile: attaccato il popolo Awá


Il popolo "incontattato" degli Awá sta subendo da molto tempo le pressioni da parte dei grandi allevatori e dei tagliatori di legna abusivi. Secondo le ricerche effettuate nella regione nord-orientale dell’Amazzonia brasiliana da Survival International si stimano in almeno 60 persone appartenenti alla popolazione degli Awá; loro sono cacciatori-raccoglitori nomadi de quindi dipendono esclusivamente dalla foresta che è micciata dall'invasione abusiva di numerosi taglialegna illegali che deforestazione dissennatamente l’Amazzonia per perseguire i loro interessi.

Le pressioni sono sfociate in atti di intimidazione ed all'inizio del 2012, secondo le prove e le testimonianze raccolte dalla Ong brasiliana Cimi e Survival International un gruppo di taglialegna abusivi avrebbero attaccato il popolo Awá ed avrebbero uccioso ardendo vivo un bambino. Dopo questo vile aggressione la popolazione indigena non è più stata avvistata in questa area della foresta Amazzonica; quindi è possibile che siano fuggiti per non incappare nuovamente con i taglialegna.
Le due Ong hanno anche dichiarato che i grandi allevatori e dei tagliatori di legna continuano a rivolgere minacce di morte agli indio ogni volta che li incontreranno nella foresta.

Dopo la denuncia delle due Ong il Funai (il dipartimento agli affari indiani del governo brasiliano) ha aperto un'indagine per capire cosa è accaduto anche se ancora non ha confermato l'uccisione del bambino Awá.