venerdì 24 agosto 2012

Paraguay: destituito il Presidente Lugo


Il 23 giugno 2012 Fernando Lugo il Senato del Paraguay lo ha destituito dalla presidenza con l’accusa di "inettitudine e mancanza di decoro". La presidenza è stata affidata al ex-vicepresidente Federico Franco (Partito Liberale).

La destituzione nasce da una gestione poco oculata della protesta ed occupazione da parte di 150 contadini della fattoria dell’ex senatore Blad Riquelme (avversario politico di Lugo) che rivendicavano il loro diritto a lavorare la terra. I Campesinos che protestavano si sono scontrati con circa 300 agenti delle forze dell'ordine ed il bilancio dello scontro è di 6 poliziotti e 11 campesinos morti.
Ad accendere ancora di più gli animi dei partiti che osteggiavano Lugo sono arrivate anche le affermazioni, false, del ex senatore che sosteneva l'esistenza di gruppi di guerriglieri dell’Epp (Ejercito del Pueblo Paragauyo) tra le fila dei campesinos.

Alla notizia dell'esito della votazione del senato molti sostenitori del ex-presidente sono scesi in piazza per manifestare il loro appoggio a Lugo ed in alcune città, specialmente nella Piazza delle Armi di Assuncion, ci sono stati anche scontri con la polizia che fortunatamente non hanno provocato vittime.

Una volta ufficializzata la destituzione di Lugo il ministro per l’Adolescenza e l’Infanzia, Liz Torres, ha deciso di dimettersi ed ha dichiarato: "Tenendo conto che sono stata chiamata a far parte di un progetto per il Paese che tenesse in considerazione la giustizia e la tolleranza, e che ha sempre voluto radicare nella società i principi di giustizia sociale e democrazia, ritengo imprescindibile la mia rinuncia all’incarico". Insieme a Liz Torres ha deciso di dimettersi Esperanza Martinez, ministro della Salute Pubblica.

La reazione dei Paesi dell’Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) dopo la votazione del Senato paraguayano è stata immediata ed hanno espresso la loro "energica condanna alla rottura dell’ordine democratico del Paraguay"; inoltre, si legge nel comunicato "le cancellerie aderenti all’Unasur riaffermano che è imprescindibile il rispetto delle clausole democratiche votate dal Mercosur, Unsasur e dal Celac. Le cancellerie considerano che le azioni in corso in Paraguay potrebbero essere comprese negli articoli 1, 5 e 6 del Protocollo Addizionale del Trattato Costitutivo dell’Unasur sull’impegno per la democrazia, fatto che potrebbe configurare una minaccia all’ordine democratico, omettendo il rispetto al giusto processo. I Governi dell’Unasur valuteranno quale sia la misura più appropriata per continuare la cooperazione nel quadro dell’integrazione sudamericana”.
Ma le reazioni dei paesi confinanti non non si sono fermate alla presa di posizione dell'Unasur così Ecuador,  Bolivia, Argentina e Brasile hanno deciso di non riconoscere il nuovo governo.

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