giovedì 6 giugno 2013

Guatemala: condannato per genocidio Ríos Montt


Il tribunale guatemalteco, Tribunal A de Mayor Riesgo, presieduta dal giudice Jazmín Barrios ha condannato l'ex-dittatore Ríos Montt ad 80 anni di prigione per genocidio e delitti di lesa umanità contro le popolazioni indigene di Ixil; inoltre la sentenza revoca immediatamente gli arresti domiciliari ed ordina la detenzione in carcere.
Nel medesimo processo il l'ex-direttore dei servizi di Intelligence  il generale José Mauricio Rodríguez, è stato assolto perché non ebbe nessuna responsabilità sulle operazioni pianificate da Montt.

Ríos Montt governò il Guatemala tra il 1982 ed il 1983 nel periodo più cruento del conflitto iniziato col golpe voluto ed appoggiato dagli USA nel 1954 quando venne rovesciato il governo democraticamente eletto di Jacobo Árbenz nel 1954; secondo la sentenza l'ex-dittatore pianificò ed ordinò le operazioni, compiute dall'esercito, denominate Campaña Victoria 82, Operaciones Sofía, Operaciones Ixil y Firmeza 83 in cui furono uccisi 1771 indigeni Ixil.
Al processo hanno testimoniato circa cento testimoni che sono sopravvissuti alla politica della "terra bruciata" (piano per lo sterminio delle popolazioni indigene accusate di aver collaborato con la guerriglia di sinistra dell’URNG) che hanno dettagliato ogni singolo orrore, tortura, assassinio e stupro. 
Moltissime donne hanno ricordato che gli stupri erano sistematici ed una in particolare ricorda di avere sentito che "l’ordine era che prima fossimo stuprate dai soldati sani, e solo alla fine da quelli ammalati di sifilide e gonorrea. Soprattutto le più giovani di noi e le bambine non sopravvissero".
A supportare le testimonianze vi sono anche le scoperte delle numerose fosse comuni vicine ai fiumi Schel e Chajul dove sono stati ritrovati le spoglie degli Indio de villaggi Chajul, Nebaj e Cotzal; sui loro corpi sono stati trovati fori di proiettile nel torace e nella testa. 

Ríos Montt si è sempre dichiarato innocente e nel giorno della sentenza, il 9 maggio 2013, si è rivolto al giudice con queste parole: "Signora, mi dichiaro innocente. Non ho mai avuto l'intensione di distruggere una minoranza etnica del Paese".
Dopo la lettura della sentenza ha affermato che "non sono angosciato dalla idea di andare in prigione perché ho applicato la legge. Mi spiace solo per la mia famiglia. [...] Mi hanno condannato per genocidio, la sentenza del tribunale dice che sono un genocida ma ha sentenziato solo sulla base di ipotesi. Questo è uno show politico!". Oltre a queste esternazioni l'avvocato del ex-dittatore ha annunciato che presenterà ricorso contro la sentenza 

La storica condanna di Ríos Montt permette di iniziare a fare luce su tutti i delitti di lesa umanità commessi durante la lunga guerra civile sulle inermi popolazioni indigene e "certifica" quello che i quattro volumi del progetto «Nunca Más» (ai quali ha lavorato instancabilmente anche Rigoberta Menchú) ha scoperto e divulgato, anche a costo della vita di chi ha partecipato alle ricerche, le testimonianze dei sopravvissuti al genocidio.

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