venerdì 28 novembre 2014

Brasile: Rieletta Dilma Rousseff alla Presidenza

La presidentessa uscente del Brasile, Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori (PT), ha vinto il ballottaggio per le elezioni presidenziali con il 51,7% dei voti contro il 48,3% di Aécio Neeves del Partito della Social Democrazia Brasiliana (PSDB).

L’affluenza è stata alta ed è arrivata a circa l’80%, la differenza in voti tra Rousseff e Neeves si attesta su oltre 3.500.000 a vantaggio della prima e del suo partito (Partito dei Lavoratori) che ha vinto in 15 stati, mentre lo sfidante Neves si è imposto in 12.
Il Brasile con questi risultati appare diviso dal classico conflitto classista in cui il sud, più ricco, ha votato per le destre mentre il nord, povero, ha votato per la sinistra. Per esempio a Sao Paulo vince nettamente Aecio Neves con il 64% dei voti così come nello stato del Río Grande do Sul in cui ottiene il 53% mentre a Bahia ed a Río de Janeiro si impone Dilma rispettivamente con il 55% e 69% delle preferenze.

La campagna elettorale è stata molto dura ed è durata un anno cioè da quando i media (controllati da grandi gruppi economici che appoggiano il PSDB) hanno iniziato un vera e propria guerra mediatica cercando di delegittimare il Governo in carica ed accusandolo di corruzione ad ogni livello e di non riuscire a gestire il rallentamento dell’economia interna; accuse che hanno esasperato gli animi della popolazione la cui protesta è esplosa poco prima dei mondiali di calcio. 
Neeves ha puntato molto sul rallentamento dell’economia e sull'aumento delle imposte subite dall’elite e dalla classe media che hanno visto in pericolo il loro status; grazie a queste paure Neeves ha proposto un maggior liberalismo nell'economia ed una forte politica di austerità che avrebbe tagliato i fondi a tutte le politiche sociali e di inclusione nate con il primo Governo Lula.
Di contro Dilma Rousseff, la cui affermazione stata molto difficile ma che assume una grande importanza per il Brasile e per il continente Latino Americano, ha ricordato come la politica del PT, seppur con molti difetti, ha ridistribuito una parte importante della ricchezza interna a favore delle fasce della popolazione più povere, ha aumentato il salario minimo, ha finanziato progetti sociali come la "borsa famiglia" ed aumentando l'accesso all'istruzione. 
Dilma si è impegnata a dare una maggiore spinta a tutte le politiche di inclusione, sviluppo sociale e sviluppo economico che hanno già aiutato 50 milioni di brasiliani ad uscire dalla povertà; infine ha annunciato una nuova legge sugli idrocarburi con cui riuscirà a raddoppiare (dal 5% al 10%) la parte di PIL dedicato all'educazione.

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